Post n°24 pubblicato il 14 Settembre 2011 da coricchi
Tag: APPUNTAMENTI
A differenza di quella italiana, la vendemmia francese non ha sofferto l'estate 2011: secondo le stime dell'Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e dell'Uvi (Unione vini italiana), la Francia si prepara a superare il nostro Paese nella produzione vinicola, dato che Oltralpe questa è addirittura in aumento dell'8%, toccando 49 milioni di ettolitri. L'Italia, invece, perde il primato mondiale nella produzione per effetto del caldo torrido di fine estate e la prolungata assenza di pioggia che hanno tagliato drasticamente le stime per la vendemmia 2011 al minimo storico di 42 milioni di ettolitri, oltre il 10% in meno rispetto allo scorso anno. E' quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Ismea. La produzione di vino nel 2011 sembra dunque destinata - sottolinea la Coldiretti - a raggiungere il livello piu' basso di sempre, addirittura inferiore ai 42,5 milioni di ettolitri del 2007. Le previsioni, però, parlano anche di zone diffuse "a macchia di leopardo" su tutto il territorio italiano che, proprio grazie al gran caldo estivo, producono un vino più dolce e con maggiori gradazioni alcoliche medie. La produzione è in calo in tutte le regioni con punte del 20 per cento in Sicilia e Basilicata mentre sembra aumentare solo in Valle d'Aosta, Liguria e Sardegna. Si tratta del risultato del clima anomalo di settembre, dopo un agosto che si è classificato al decimo posto tra i piu' caldi degli ultimi duecento anni e che, con il 73 per cento di precipitazioni in meno rispetto alla media, si attesta all'ottavo posto tra i mesi piu' asciutti dal 1800.
Post n°23 pubblicato il 03 Agosto 2009 da coricchi
Tag: Nella mia cantina
Il 2009 è stato, senza dubbio, l'anno del ritorno al passito. Dallo Zibibbo al Piccolit, i vini dolci italiani battono le mode e dominano il mercato per qualità e varietà geografica. Stasera devo parlarvi di un vino da riflessione che con ilMoscato di Pantelleria (detto anche Zibibbo) costituisce un vero gioiello nel panorama dei vini passiti Italiani. Grazie ai miei amici spagnoli Laura, Duncan e Dario che me ne hanno fatto graditissimo dono in occasione della loro visita in Italia e, in particolare, nel mio Cilento! La casa vitivinicola "Duca di Salaparuta" ha imbottigliato questo nettare, prodotto nell'Isola di Salina, nel 2000. Ora veniamo a questo passito. Esso si produce nelle Lipari (o Eolie), arcipelago formato da sette isole(Lipari,Stromboli, Salina, Panarea, Vulcano, Filicudi e Alicudi),in provincia di Messina. La coltivazione della Malvasia risale all'epoca dei Greci. Il disciplinare che regola la produzione del Malvasia DOC prevede che il vino sia ottenuto con uve Malvasia di Lipari (massimo 95%) completate da uve Corinto Nero (5-8%) . Le uve utilizzate sono molto mature o parzialmente passite. Sempre il disciplinare stabilisce che il vino possa essere prodotto anche nelle varietà Passito (o Dolce Naturale) e Liquoroso. Il Malvasia delle Lipari DOC presenta un colore giallo dorato o ambrato; il profumo è ricco, ampio e lascia trasparire note di albicocca, di miele e di eucalipto; il sapore è dolce, aromatico,caldo, soffice, decisamente pieno. Il periodo di affinamento del nostro Passito è di 7 mesi. Un grande vino da riflessione...ideale mentre si legge uno dei più grandi romanzi della letteratura italiana, scritta dal siciliano Tomasi di Lampedusa: "Il gattopardo" !
Post n°22 pubblicato il 08 Marzo 2009 da coricchi
Tag: APPUNTAMENTI
Un appagante percorso letterario, penna alla mano,intorno alle sensazioni del vino per unire il piacere della convivialità a quello della buona scrittura. Quattro indimenticabili incontri con degustazioni di un vino diverso all’ inizio di ogni incontro, da cui si partirà per liberare la fantasia di tante possibili storie in terra di vigne e vini. Una proposta a chi ama le emozioni. Una proposta a chi ama scrivere con gusto. Il nettare degli dei sarà la musa ispiratrice per le parole e i testi dei partecipanti. Con entusiasmo e tanta energia faremo un viaggio nel mondo della creatività, attraverso la scrittura, i sensi, le emozioni. Un incontro settimanale per quattro volte. Un mese d’ ispirazione al vino: lunedì 16 – 23 - 30 marzo e il 4 aprile alle ore 20,30. Trainer: Milena Esposito Menù Prima serata: Ferrari Perlè Rollè di speck, melanzane, treccia e ricottine Paccheri al lardo di colonnata, noci e pesto Seconda serata: Refosco DOC Tenuta S. Anna 2007 Antipasto Nerodivino:prosciutto, coppa, pancetta, salsiccia, bocconcino, verdure e babbà rustico Sfrionzolo (carne di maiale e peperoni) Terza serata: Chardonnay Collio Doc Marco Felluga Risotto con punte di asparagi Stinco di maiale al forno Quarta serata: Primitivo di manduria IGT Mottura Affettato misto formaggi di bufala Gnocchi al tegamino Il costo è di euro 120,00 a persona per l’ intero corso incluse le degustazioni per le quattro serate. E’ richiesta la prenotazione Per info: Associazione Arte e Parte tel. 0974.823315 arteparte@hotmail.it
Post n°20 pubblicato il 13 Settembre 2008 da coricchi
Tag: Aziende vinicole
L'Azienda vinicola di cui voglio parlarvi è la "JOAQUIN" . In verità, più che parlarvene approfonditamente, per il momento voglio porla all'attenzione di chi scorre questo mio blog. A tal fine debbo raccontarvi come ne sono venuto a conoscenza. Il pretesto che il caso ha utilizzato è stato un volo aereo da Milano per Salerno con un notevole ritardo e che mi ha visto compagno di volo e di "avventura" con il Dott. Pagano, Amministratore della Joaquin Aziende Agricole Srl . Fatto è che parlando del più e del meno durante il volo era preoccupazione di entrambi dover atterrare a Napoli anzicché a Salerno quando anche per variare la discussione chiesi al mio simpatico interlocutore quale fosse il suo lavoro. E' appena il caso di dire che quando lo seppi le preoccupazioni circa il viaggio passarono in secondo piano e la chiacchierata fu monopolizzata dal vino. In particolare il mio occasionale compagno di viaggio mi parlò di una "innovazione" che la sua azienda sta sperimentando ovvero la "vinificazione in bianco" di uva aglianico. Non vi nego che questo ha stuzzicato la mia curiosità di appassionato del vino e mi sono lanciato nella ricerca di documentazione ed informazioni al riguardo e da quanto ho capito tale "metodologia" peraltro già applicata ad altri vitigni a bacca nera (si pensi al Pinot nero, considerato uno dei nostri vitigni più aristocratico e difficili da interpretare), credo che possa dare ottimi risultati con un vitigno tra i più famosi e nobili del nostro territorio, l'aglianico appunto. Nella trepidante attesa di poter assaggiare quello che immagino essere un vero nettare...vi lascio momentaneamente!
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