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Creato da: coricchi il 07/12/2007
Dimmi come bevi e ti dirò chi sei!

 

 

Chardonnay di sicilia, per la vostra estate.

Post n°19 pubblicato il 28 Maggio 2008 da coricchi
 

...è da un pò di tempo che non scrivo un post per questo mio blog. Mi scuso con i pochi che lo seguono. Invero, non ho smesso la passione per il vino, ma sono stato preso da altro e comunque con qualche risultato. Infatti, ho conseguito il mio bel Master in Gestione e Strategia di Impresa e non sottaccio la mia personale soddisfazione.  Così, voglio raccontarvi il modo in cui ho festeggiato. Beh...according my profile (secondo il mio stile)! La location è stata Scario, uno dei borghi marinari più belli, a mio giudizio, della Costiera Cilentana. Baretto sulla promenade a due passi dal mare, la serena tranquillità di una sera di maggio e la dolce carezza della leggera brezza marina offerta dal Golfo di Policastro. Cosa volere più dalla vita? Beh...due bicchieri di un bianco di Sicilia, uvaggio 100% Chardonnay. Un vitigno internazionale arricchito dalla terra e dal sole di questa regione. Il vino è stato servito con delle tartine guarnite con fagioli lessi e frutti di mare. Il nostro Chardonnay si presentava di color giallo paglierino con leggerissimi riflessi verdognoli e un profumo delicatissimo e fragrante di fiori bianchi. Secco, armonioso, vivace. Gradevolmente fresco. Non lo abbiamo bevuto subito...perchè ce lo hanno servito leggermente freddo (la temperatura di servizio non è il punto forte di molti operatori cilentani e salernitani in genere, ahimé!). Invero, è stato l'unico neo in una serata piacevolissima. A presto! 

 
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Tutto sul Vinitaly 2008

Post n°18 pubblicato il 08 Aprile 2008 da coricchi
 

Per sapere tutto, ma proprio tutto su uno dei maggiori eventi nazionali ed europei sul vino.

http://www.vinitaly.com/index.asp

 
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La pastiera e il Sant'Agata de' Goti Falanghina Passito DOC

Post n°17 pubblicato il 25 Marzo 2008 da coricchi
 

E' tempo di Pasqua, così nel Cilento come un pò dappertutto in Campania, è tempo di struffoli ma soprattutto di pastiera. Su una base di pasta frolla si stende una farcitura di ricotta, chicchi di grano bolliti nel latte, frutta candita, uova e zucchero.
In abbinamento tutti i vini dolci DOC campani, ma tra questi io ho scelto un passito: il Sant'Agata de' Goti Falanghina Passito DOC.
La zona di produzione comprende il solo comune di Sant'Agata de' Goti in provincia di Benevento.
La Falanghina Passito DOC è un vino dolce ottenuto dall'omonimo vitigno (minimo 90%). Per realizzare questo vino le uve Falanghina vengono fatte appassire per poi procedere alla diraspatura perchè i raspi sono in grado di assorbire quantità sensibili di alcol e conferirebbero cattivi sapori al vino. Le uve vengono poi pigiate delicatamente. Segue la fermentazione, che si blocca naturalmente al raggiungimento di una certa gradazione alcolica (compresa tra 14% e 16%).
Si presenta di colore ambrato più o meno intenso; al naso è delicato, con rimandi alla confettura di albicocca, alla frutta gialla matura e quella esotica, ai canditi, ai fiori di biancospino ed acacia, nonché al miele e alla vaniglia; in bocca è dolce, gradevolmete alcolico, persistente, complesso, intenso, consistente.
Gradazione alcolica da me preferita: almeno 15%.
Temperatura di servizio: 10-12 °C

Un consiglio: provatelo anche col babà, le sfogliatelle...ottimo con gli struffoli!

 
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Un vitigno da riscoprire

Post n°16 pubblicato il 21 Febbraio 2008 da coricchi
 
Foto di coricchi

Il Coda di Volpe, insieme al greco e alla falanghina è alla base di alcuni uvaggi bianchi della Campania, nelle aree a DOC del Vesuvio, del Taburno e dei Campi Flegrei.

 
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Carnevale, la entrecote di porco e il Merlot Isonzo DOC

Post n°15 pubblicato il 03 Febbraio 2008 da coricchi
 

E' tempo di Carnevale, tempo di scherzi, lazzi e, perchè no, di vezzi. Anche io da buon cilentano mi porto dietro il mio bagaglio etno-culturale legato al modo di vivere questo tempo dell'anno e qui nel Cilento, Carnevale è sopratutto: porco. Si, amo chiamarlo così anzicché maiale perchè più strettamente collegato all'etimo latino "porcus" e quindi alle radici della nostra cultura, degli italiani popolo di santi, poeti e navigatori ma sempre e soprattutto di agricoltori. Daltronde se nel nostro dialetto anche il maiale è "u'puorco" perchè svilirlo nel meno onomatopeico maiale?! E poi, dai, smettiamola di attribuire a questo animale che è tra gli animali uno di quelli che trascorre la maggior parte del suo tempo a curare la propria igiene, caratteristiche di ingordigia, sporcizia e vistosa neghittosità. Potrei annoiarvi con lunghe disquisizioni di come l'economia curtense medioevale ruotasse tutta intorno al porco e di come quell'economia abbia inciso così profondamente anche nel nostro territorio determinandolo, ma vi basti vedere le enormi distese di querce che adornano il nostro paesaggio per farvene una precisa idea. In una parola, il porco merita rispetto!
Tornando all'oggetto del mio blog, oggi vi voglio parlare della cena che ho fatto ieri sera. Invero, più che una cena è stato un pretesto per trascorrere una serata insieme. Abbiamo mangiato entrecote di porco, con contorno di insalata mista. La scelta del vino è toccata a me. L'indicazione dei miei amici era quella di scegliere un rosso tra quelli disponibili.  Beh, la carne di porco è resa dolce dalla presenza del grasso e nel contempo lascia grasso il palato, per cui occorreva un vino quantomeno 'abboccato' ma con una buona 'acidità' e di 'medio corpo'. La mia scelta è caduta sul Merlot Isonzo DOC annata 2006.

Invero, il Merlot è un vino con due anime; se da giovane, come nel nostro caso,è fresco e leggero,  invecchiando assume un'apprezzabile corposità.
Si presenta di colore rosso rubino limpido con riflessi granato. Al naso è erbaceo , leggermente speziato, emana  fragranze nette di frutti rossi, come lamponi, more o ribes. Al palato è asciutto, pieno, sapido, con un appena percettibile retrogusto erbaceo. Abboccato e di buona morbidezza, ma piacevolmente fresco.

Ai miei amici e a me la scelta è piaciuta!

 
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