GALATEO E SALENTO

dUBBIO E UMILTA' DI NICODEMO


Vittorio  Zacchino DUBBIO  E UMILTA’ DI  NICODEMO.Ci farebbe bene, ad inizio di Quaresima, rapportarci alla terra che ci costituisce, ossia al nulla, per sentirci un granello di sabbia; picconare la  presunzione di  homo  omnipotens  che in qualche misura abita in tutti noi, tentare di  forzare le tenebre per coltivare il  dubbio e il dialogo.  Se ci disponiamo a sentirsi cenere, ci sarà  più facile  guardare con serenità e disincanto anche alla morte.   Ciò che mi sforzo di esprimere si compendia, in definitiva, nell’esemplare vicenda di  Nicodemo, il fariseo  non ipocrita  ma giusto il quale, turbato dalle parole di Gesù, si sforza di capire come si può RINASCERE. E’ Nicodemo, infatti, il notturno visitatore  che  roso  dal dubbio va a cercare Gesù, che vuol capire, senza preconcetti, con coraggio, costi quel che costi, seguendo la linea della giustizia e del cuore. Che spinge Nicodemo, nella sera del Calvario, a cercare Gesù, e a presentarsi a  Pilato per reclamare il corpo del Crocifisso per dargli sepoltura. Cercare il dubbio fa pensare all’aldilà, senza traumi. Come questa struggente poesia di RENZO BARSACCHI (1924- 2006)una delle voci più alte del  secondo ‘900, espunta dalla raccolta Le Notti di Nicodemo(1991).Preferendola a liriche sulla morte ,di Caproni, Cardarelli, Carducci, De Donno, Luzi, ecc. mi piace condividerla con chi vorrà leggerla,  quasi come un  prezioso dono quaresimale:<< Portami via per mano ad occhi chiusi / senza un addio che mi trattenga ancora/tra quanti amai,tra le piccole cose/che mi fecero vivo./Non credevo, Signore, tanto profondo fosse/questo sfiorarsi d’ombre,questo lieve/alitarsi la vita nello specchio/fragile di uno sguardo, né pensavo che il mondo/diventasse,abbuiando,cosìacceso/di impensate  bellezze>>.