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Post n°32 pubblicato il 09 Gennaio 2015 da vittoriozacchino
Si chiamerebbe così il nuovo movimento ideato da Salvini Matteo per conquistare il Salento. Un Salento non sveglio, bensì spento, se, come crede l'altro Matteo, e il suo alter ego Tal Giordano, qui accasato da Milano, l'operazione dovrebbe consistere in una transumanza di elettori che, stante le gelate del corrente inverno, verrebbe spostata nei più verdeggianti pascoli della Padania, a contribuire alla redenzione della Lega Nord. Dopo i Boss,padre e figli ,i Maroni e i Calderoli, gli eredi dei Messapi, delusi ed ingannati,anzi "stufi e stanchi dei soliti volti e delle solite promesse ", sarebbero istradati appunto sui sentieri del riscatto padano che conducono verso l'Export e il Federalismo, verso il Dio Po, verso l'imbonitore a torso nudo, quel Salvini Matteo ,il "fenomeno" puro e duro , "l'unico leader che oggi può concretamente dare una svolta alle poliitiche italiane". Ovviamente, gli italiani, sono imprevedibili, specie qui da noi, dopo aver adorato i Fitto e i Vendola, ma non dico i cittadini elettori,bensì i capibastone, che fiutando il rischio concreto di star per perdere la poltrona di sotto il culo,ed immemori delle recenti sputacchiate verso i salentini, pigri e fannulloni, irradiate ad Alessano e dintorni, via Radio Padania, proprio dal Salvini Matteo, sono oggi pronti a riciclarsi verso il neo profeta che dice di voler avviare il sud verso il riscatto. Che non si fa per mantenersi a galla! Si tornerebbe a votare perfino i maledetti Savoia. Che ancora oggi fioriscono .Ruffano e tal Pizzolante Leuzzi docunt.
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Post n°31 pubblicato il 08 Gennaio 2015 da vittoriozacchino
Dopo il barbaro attacco di morte al giornale parigino "Charrlie Hebdo", mi domando se Oriana Fallaci sia stata profeta o visionaria prevenuta. Ed ancora mi rolla nella testa se la proposta del convertito leccese Paladini, di una Università Islamica in Salento, sia ancora praticabile, o da respingere al mittente immediatamente. Beninteso, senza mai chiudere le porte alla democrazia e al dialogo. Ma non fino al punto da portarci a tavola o a letto l'odio di estremisti sanguinari. E' idiota scaldare la serpe che, rinvigorita, ti morderà |
Post n°30 pubblicato il 21 Dicembre 2014 da vittoriozacchino
Il vezzo tutto burocratico e istituzionale di ammassare tutte insieme, in un unico menù, come Galatone in Corte, lo scorso sabato 20 dicembre, una serie di eventi tutti rispettabili, è quanto meno stupido e odioso. Crea guerricciuole tra i vari interessati.la presentazione di un libro straordinario e la commemorazione di un grande intellettuale del Salento,Nicola De Donno, il ripristino di una mastodontica stella metallica,una mostra fotografica dell'artigianato, il memento di un parroco caro a tantissimi. A riprova che occorre essere programmatori intelligenti ed equi, e non seguire le mode,l'anarchia delle richieste,la voglia di saluti istituzionali e di passerelle.Crea anche inquietudini, e intolleranze, come quelle di chi ti rimprovera il server a te fornito e non a lui, di chi si permette di intromettersi nello spazio che tu stai occupando per dirti di far presto chè diventa tardi per il suo evento.Disperde la gente, la disorienta.Incoraggia chi privilegia lo stomaco. Fa sorridere con i mega manifesti, dovve ti mostrano un prete che accarezza la propria città, e sembra una promozione del celebre film di Rosi,Le Mani sulla Città.Bisogna pensarci su. Serve certo più riflessione e meno improvvisazione.
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Post n°29 pubblicato il 15 Dicembre 2014 da vittoriozacchino
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Post n°28 pubblicato il 08 Dicembre 2014 da vittoriozacchino
Vittorio Zacchino DIALETTO GALATEO E IMMACOLATA
Nel recente libro “Galatone, l’Associazione Pro Loco si racconta”, emerge la testimonianza di Stefano Zuccalà titolata “Questa piccola storta misteriosa città”( pp.82-83) metafora di una quotidianità mal vissuta e mal sofferta, specchio di un mal di vivere, di un odio-amore che cova un po’ in tutti, di quella collera d’amore verso la nostra Galatone, che la sensibilità poetica di Zuccalà percepisce quale “indistinto margine”esistenziale.Anche egli è non può sottrarsi al dovere di riconoscerle, quantunque di malavoglia, “la mia radice, la mia placenta”, un “non luogo,o riflesso distorto del mondo, minuscola superficie concava di cucchiaio che partecipa di qualunque immagine. Ma a patto di deformarla”. Anch’io, Stefano, ho sofferto e soffro le tue pene verso questo paese, alla stregua di un amante infelice, ma tutto questo non mi impedisce di sentirlo ancora caro, sebbene sempre più remoto da come lo vorrei. La sguaiatezza della parlata da trivio, che si sente nei bar e nella piazza, è, però, altro dal dialetto che definisci aspro ed impasto osceno, espressione che si adatta, piuttosto, ai dialetti del barese. Non alle nostre parlate salentine, così dolci e civili, che perfino un sentimentale come Giovanni Pascoli ne fece oggetto di lezioni agli studenti bolognesi, agli inizi del Novecento, commentando una celeberrima serenata,composta prima dell’Unità d’Italia, di Francesco Antonio D’Amelio(1755-1861):”Lamentu de nu gioane ci pe lla luna nu pputia descorrere cu lla nnamurata” Per tornare a Galatone, oggi 8 dicembre, che è la festa dell’Immacolata, ti trascrivo dal Laudario dei semplici, amorosamente compilato da Ciccio Danieli (pp.174-175) una preghierina popolare, non certo la più bella di quante ne sono state raccolte, due strofe a rima alternata che, mentre spiegano al popolo il mistero dell’Immacolata Concezione, rivelano la sostanza strutturale di questo nostro lessico, così dolce e così ricco di poesia: “ Ergine Mmaculata Cuncizione, ci prima cu nnasci fosti preservata la razzia ti la tese lu Signore cu bbiessi senza piccatu ngenetata.
Sant’Anna ti crisciu cu rrande amore, ti lu Spiritu Santu riguardata. Cuardàmula e mmiràmula a totte l’ore Ieni, palomba, Matre Mmaculata. Se poi volessi indugiare ancora, vai alla p.168, dove ti imbatterai in una dotta allegoria teologica di altissima poesia, diciamo di respiro dantesco. Mi limito alla sola prima strofa: Erta muntagna ti virginitate, Ricina ti lu Cielu, Chiarita stella, iata ci ti saluta cu vveritate cunsulamientu t’ogne puirella
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Inviato da: cettyramondino
il 20/11/2014 alle 15:29