IL VOLO DEL FALCO

A FABRIZIO


11.01.1999 - 11.01.2009Caro Fabrizio,a dieci anni dalla tua scomparsa e a poco più di 90 anni dalla fine della grande guerra, le tue parole sono sempre tristemente profetiche; e a noi non ci resta che la caparbia utopia di attendere la pace, segnali di luce che illuminino i cuori, mentre qui tutto ora tace e il buio spegne i rumori.Urla, sirene, macerie e dolore. Attendo mentre fugge via la vita, il tempo, i giorni, i mesi e anche gli anni… con ferma speranza, io attendo proclami di armi deposte. Attendo, speranza infinita ed eterna, la verità che cancella gli inganni. E intanto qui tutto ora tace e il buio ha già spento i rumori, ha spento i pensieri di pace… il buio ora ha spento la luce. La guerra insegue con l'arma dell'odio e da essa si fugge comunque sconfitti.Solo l’Amore ci resta, e nell’attesa che propaghi il suo benefico incanto, allieto il mio animo nel ricordo di chi, nelle sue canzoni, evadeva da un mondo smesso e avvilito… ma come me attende che il sole sorga e rallenti il tramonto.CIAO FABER“Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa non è il tulipano, che ti fan veglia dall’ombra dei fossi… ma sono mille papaveri rossi”.