TEMPO & AMORE

Differenze tra Voler Ben e Amar


DIFFERENZE TRA IL "VOLER BENE" E L'AMARE  ( parte 1 )La mente può maturare la capacità di essere Amore anche riflettendo in modo consapevolizzante sulle differenze tra il “voler bene” e l’Amare. I concetti che seguono vanno utilizzati in questo senso. L’Amore è l’emozione primaria che scaturisce dalla pura percezione di esistere della mente. Le emozioni diverse dall’Amore sono “distorsioni dell’Amore” (“Amore espresso in modo deviato”). Le loro vibrazioni non sono in armonia con quella dell’Amore, che è la vibrazione emotiva basilare. Il “voler bene” è una disfunzione emotiva, una contraffazione della Naturalezza dell’Amare. Quando lo stato emotivo è caratterizzato completamente dall’Amore, la mente Ama (È Amore). La presenza di emozioni diverse dall’Amore significa che c’è “voler bene”.Il “voler bene” è viziato dalla tripartizione immaginaria in: amante – “amare” – amato, che cessa con l’emergere dell’Amore. Quando c’è Amore, la mente è totale amante di tutta sé e l’amante, l’amare e l’amato coincidono. La gelosia, la tristezza, l’ansia, la nostalgia, la rabbia, la tristezza, le paure e le altre emozioni nocive sono elementi del “voler bene” – voler male e impossibilitano l’Amore. Alcune, per esempio la gelosia, sono spesso definite come espressioni di vero amore. Il significato sostanziale di senza gelosia non c’è amore corrisponde profondamente a quello di senza maltrattamento non c’è benessere. La mente dipendente da emozioni pesanti può trovare molte ragioni per spiegare perché, secondo lei, alcune emozioni nocive fanno parte dell’amare. La mente che Ama sa con totale certezza che impediscono l’Amare, anche perché a differenza della mente che non conosce l’Amore, conosce ambedue le parti della medaglia: l’Amore e le emozioni nocive che ha prodotto quando non Amava.   Il “voler bene” è “amore” viziato dall’ “io” (identità immaginata). L’Amore è libero dall’io. Questa è la vera libertà – la libertà dall’io, ben diversa dalla mera libertà dell’io. Più la mente è libera dall’identità immaginata, più è vicina ad essere Amore e meglio può consapevolizzare (non sperimentare o comprendere) la libertà Assoluta della Reale Identità (Dio, Assoluto, Realtà, Sé).     La sofferenza è spesso associata all’Amore, per esempio con concetti ebbrizzanti come soffrire per Amore e l’Amore è sofferenza, ma l’afflizione[1] impossibilita l’Amare ed è una caratteristica del “voler bene”. L’Amore è uno stato del BenEssere (l’altro è l’Estinzione).  Il “voler bene” impossibilità la Consapevolezza integrale. Il concetto Amare è un modo di definirla dalla prospettiva dell’attività emotiva. L’Amare è l’Amore della Consapevolezza integrale per sé. L’Amore è Lucidità e Razionalità. Il “voler bene” è ebbrezza emotiva e concettuale, irRazionalità.Il “voler bene” è macchiato dall’attaccamento a sé e ai fenomeni in generale. L’Amore ne è affrancato. L’Amare è uno stato unico: non ci sono diverse forme d’Amare. La Sua qualità è invariabilmente una: l’Amare è di per sé Qualità e Virtù. Quella del “voler bene” invece cambia e dipende in sostanza dalle caratteristiche della mente, specificatamente dalla qualità: del soggetto che “vuole bene” (che è un segmento della mente), dell’oggetto del “voler bene” (che è un altro segmento) e delle condizioni in cui si svolge il “voler bene” (anch’esse segmenti della mente).  Il “voler bene” è spesso dominato dall’emozionalità concettuale (processi emotivi condizionati dai concetti sulle emozioni) e alimenta la concettualizzazione delle emozioni, che è anche un modo della mente di sostituire ingannevolmente la mancanza d’Amore. L’Amare è libero dall’emozionalità concettuale e libera dalla concettualizzazione delle emozioni, anche perché l’Amare è eguale alla Conoscenza. Quando “vuole bene” la mente immagina la separazione tra soggetto e oggetto. Quando Ama sperimenta l’effettiva unità dei cosiddetti soggetto e oggetto ed è consapevole che si tratta di due suoi aspetti, inscindibili tra loro e dal resto della mente. L’Amare è anche percezione unitaria. La mente che Ama sperimenta la (propria) “dualità” in modo unitario, mentre quella che “vuole bene” sperimenta la (propria) sostanziale unità come se fosse dualità. Quando “vuole bene” la mente immagina la separazione del mondo esteriore da quello interiore, quando Ama no. Tutto ciò che è sperimentato fa parte della mente: sono suoi segmenti che percepiscono se stessi e altri suoi segmenti. La mente che Ama è pienamente consapevole che il tempo, lo spazio e l’universo avvengono in lei[2]. Maturando la capacità di Amare, lei accresce la consapevolezza che sia il “mondo interiore” sia quello “esteriore” sono suoi aspetti. La convinzione errata che il secondo si trova fuori è primariamente una conseguenza dell’identificazione con il corpo fisico[3]: io sono il corpo e ciò che è esterno al corpo è fuori di me. Il “voler bene” è inerente a qualcuno/qualcosa di particolare e quindi c’è “voler più bene” a qualcuno (qualcosa) che a qualcun altro (qualcosa d’altro). Il “voler bene” è una particolare forma di attenzione indirizzata da alcuni segmenti dell’identità immaginata verso:Ø       altri suoi segmenti, cioè verso le subidentità immaginate (“subpersonalità”), oØ       altri processi della mente in generale, tra i quali ci sono i segmenti che lei percepisce e definisce[4] come amico, moglie, figlio, collega…Questo significa anche che il convincimento che gran parte dei genitori ama i figli è una leggenda metropolitana. Quelli che Amano (i figli) sono rarissimi. Se gran parte dei genitori amasse veramente: quasi non ci sarebbero problemi nei rapporti; moltissimi figli sarebbero molto consapevoli e molti sarebbero Divenuti del tutto; il mondo fiorirebbe di abbondanza; i sistemi scolastici e educativi avrebbero un’importanza minima e sarebbero profondamente diversi da quelli attuali, visto che invece di dover acquisire sapere, molte menti esprimerebbero spontaneamente conoscenze molto qualitative. È indubbio che molti genitori dedicano veramente la vita ai figli e vogliono loro molto bene, ma la dedizione e il “voler bene” non sono da confondere con l’Amare. Fare le cose con dedizione non implica farle con Amore. Soltanto la mente che Ama può farle con Amore, anche perché tutto ciò che sperimenta e interpreta come: fare, oggetto del fare, soggetto del fare, risultato del fare… sono suoi elementi. L’Operare con Amore esige l’assenza dell’agente immaginario (identità immaginata) e la presenza della totalità della mente (la mente agisce con tutta se stessa).