Vita

C'era una volta ...il merlo:tra leggenda e realtà.


C'era una volta ...il merlo : tra leggenda e realtà. Merlo argento :campione mondiale                           PIACENZA 2009                      allev.e foto di Valter V.SECONDA PARTEAllevo i turdidi da una ventina d’anni dopo esser stato considerato incapace di giudicare questi uccelli da un espositore. Ero alle “prime armi”come giudice,in un mostra federale. Avevo giudicato con la massima attenzione e scrupolosità uno stamm di t. bottaccio,penalizzandoli doverosamente soprattutto nel piumaggio e nel portamento: troppo selvatici. Presi dell’ignorante e dell’incompetente perché non erano entrati in classifica:tu non li allevi,non puoi sapere…. Il successivo anno in un’altra manifestazione me li ritrovai ancora da giudicare(naturalmente non sapevo che fossero di quell’allevatore,in quel momento), usai la”manica larga”,giudicandoli in modo errato,portandoli in premiazione con la soddisfazione del proprietario,”allevatore”, ma non la mia. Rimasi disgustato per la mia incapacità di giudizio vedendo il giorno dopo questi soggetti completamente spiumati,con remiganti spezzate,senza coda e manifestare tutta la loro selvaticità .Da qui partì la decisione di “istruirmi” allevando dei turdidi sia ancestrali  che in alcune delle loro mutazioni con il poco posto a mia disposizione. I risultati giunsero subito nelle varie manifestazioni a carattere federale alle quali partecipai. Non avevo mai partecipato a campionati regionali,a manifestazioni internazionali ,a campionati italiani o mondiali fino al 2009 con Piacenza:il mio primo mondiale, ottenendo un secondo titolo mondiale(oltre al c.messicano) con il  merula mutazione argento. Una doppia e grandissima soddisfazione,come  si può ben immaginare. Lo spazio è fondamentale per una buona riproduzione in cattività. Poter disporre di voliere di ampie dimensioni,ricreando il più possibile l’habitat naturale con all’interno alberelli,cespugli per la nidificazione spontanea,acqua fresca e continua,sarebbe l’ideale,purtroppo non sempre é possibile,allora si fa quel che si può.  I miei turdidi sono ospitati in voliere piuttosto piccole assemblate con pannelli modulari in rete metallica elettrosaldata fornitemi dal mio amico Natalino B. All’interno ho disposto una pianta di sambuco e dei rami d’albero fissati sulla rete con due nidi in vimini addobbati a “festa”.Nonostante lo spazio sia ristretto ho avuto raramente delle mortalità dovuta all’aggressività del maschio in quanto le coppie nuove vengono formate a settembre ,il maschio non é ancora adulto,in muta,non manifesta  l’indole territoriale,poi col passare del tempo convive tranquillamente fino a riprodursi,mentre le coppie anziane vivono con tutta tranquillità ed essendo per lo più monogame rimangono per lungo tempo affiatate. IL problema maggiore, in spazi piccoli, rimane sempre lo svezzamento dei  pullus. Spesso il maschio in quel periodo diventa focoso procurando la mortalità dei piccoli nati.Sistematicamente da anni,dopo la deposizione del  secondo uovo tolgo il maschio dalla voliera lasciando alla sola femmina il compito di covare ed alimentare i giovani pullus il tempo necessario(circa sette giorni)di vederli  crescere per poi immetterli in una gabbia infermiera con temperatura costante continuando lo  svezzamento a stecco, utilizzando un pastone specifico o semplicemente un pellettato per pulcini ammollato, con aggiunta di tarme e vermicelli, coinvolgendo per motivi di lavoro,anche i familiari.L’alimentazione di base dei miei turdidi è costituita da un mangime pellettato ,da un pastone specifico per questi soggetti ”tuttafrutta & insetti “in quantità controllata come pure le prede vive tipo tarme o altre larve e frutta di stagione.Nel periodo riproduttivo è fondamentale fornire loro prede vive. Per comodità e costo,utilizzo larve di mosca carnaria somministrate dopo un trattamento di purificazione;validissime:tenere e piccole vengono facilmente inghiottite e digerite dai piccoli nati. Aggiungo poi tarme della farina ed essendo il merlo un uccello razzolatore,amante dei lombrichi,in un apposito contenitore spazioso, anche dell’humus con dei vermicelli piccoli, proprio da imbecco, colto su un lombricaio creato appositamente per questo evento.Tra le mutazioni esistenti in questo turdide, quella ........continua...Valter V.