Varese Città Nuova

ARMENI: STRAGE DIMENTICATA


Nella notte del 24 aprile di 93 anni fa, circa 200 leader della comunità armena furono arrestati a Istanbul, la capitale dell’impero ottomano. Insieme a centinaia di altri intellettuali e religiosi fermati nei giorni successivi, molti di loro furono giustiziati di lì a poco. I rimanenti furono incarcerati nelle prigioni dell’Anatolia centrale. Per la comunità armena, una delle tante che componevano l’impero della Sublime Porta, era iniziato l’incubo. Tra il 1915 e il 1917, gran parte dei due milioni di armeni che vivevano nell’attuale Turchia fu deportata in massa verso est, in una colossale opera di trasferimento della popolazione decisa dal movimento dei “Giovani turchi” allora al potere. L’odissea fatta di fame, violenze, torture, stupri causò un numero incalcolabile di vittime: oggi è largamente accettato un numero che va da 800 mila a 1,5 milione di morti. Per gli armeni e parte della comunità internazionale, quel massacro fu uno sterminio programmato a tavolino, ovvero un genocidio. Una definizione rifiutata ancora oggi in maniera irremovibile dalla Turchia, che parla di circa 50mila morti imputabili alla ferma risposta dello Stato dopo iniziali violenze  di nazionalisti armeni nei confronti dei turchi.