Diario dei sensi

15 anni fa...


15 anni fa...6 novembre 1994A 12 anni ero un bimbo già grande come tutti a quell’età, ero già un promettente nuotatore dell’Asti Nuoto, andavo alle medie insieme con la Fede, che all’epoca era un po’ tutto (vicina di casa, compagna di banco, amica del cuore) e iniziavo a vedere lei e le altre ragazze come qualcosa da desiderare.Quella domenica mattina sarei dovuto andare a fare una gara di nuoto provinciale ma mio padre mi disse che aveva chiamato l’allenatore dicendo di non andare che quel giorno erano state sospese tutte le attività sportive. Nella mia testolina pensai che fosse dovuto tutto alla pioggia, oramai erano 3 giorni che pioveva a dirotto e mia nonna diceva: “L’ha mai piuvì parej”. Visto che non avevo nessuna gara la mamma pensò bene di mandarmi a messa, io naturalmente cercai di oppormi, ma la mamma appoggiata dalla onnipresente Fede mi convinse e coi nostri 3 ombrellini andammo a messa io, la Fede e la Chiaretta (la sorellina della Fede che ha 2 anni in meno di noi). Dopo pranzo la pioggia incessante non ci permise di uscire, mi ascoltai le partite alla radio (e l’Inter perse 2-1 a Genova contro il Genoa) e verso le 18 mi misi davanti alla Tv con babbo e mamma per vedere 90° minuto, prima però c’è l’edizione straordinaria del Tg1 che annunciava: “Il Tanaro è esondato in gran parte del suo tragitto, la situazione è molto grave nelle città di Alessandria ed Asti”. Siccome noi abitiamo in collina, fuori città, dalla parte opposta da dove passa il Tanaro rimanemmo molto tranquilli per la nostra situazione, ma i miei iniziarono a preoccuparsi per gli amici e provando a telefonare si accorsero che la linea telefonica era isolata... Iniziarono tre giorni veramente strani, la luce e l’acqua c'erano, ma il telefono e soprattutto il riscaldamento erano staccati nell’intera totalità delle province di Alessandria, Asti e Cuneo, le scuole chiuse, le attività lavorative sospese, gli adulti in salute si recarono nei quartieri e nei paesi alluvionati a spalare il fango. Mio babbo portò ovviamente anche me perché mi spiegò che è un nostro dovere aiutare chi era stato più sfortunato di noi ed aveva perso tutto (case, auto, negozi), ed io ovviamente, visto il mio carattere orgoglioso, mi misi subito ad aiutare quella povera gente, che altro non erano che astigiani come noi, sfortunati per abitare nella parte sbagliata della città. Mi ricordo che quel lunedì sera ero talmente stanco (in fondo non avevo mai lavorato) che mi addormentai in auto alle 20 quando tornavamo a casa e mi risvegliai a mezzogiorno del giorno dopo arrabbiato perché il mio babbo non mi avevo chiamato per andare a spalare con lui. In quei giorni vidi la “mia” piscina così ricoperta di fango da vederne solo un pezzo del tetto, vidi la palestra della mia scuola trasformata per 2 mesi in campo “profughi” con noi bimbi di scuola che aiutavamo i volontari a preparare i pranzi per gli alluvionati. La Fede ed io pregavamo ogni sera perché quello che era successo non accadesse più, era da quando avevamo 5 anni che quando non volevamo qualcosa ci mettevamo a pregare! In quei giorni imparammo che nella vita i problemi bisogna affrontarli e non delegarli ad altri (nel nostro caso Dio). In questi giorni ad Alessandria e ad Asti si stanno svolgendo varie celebrazioni per ricordare quel tragico evento (63 morti e danni incalcolabili) e nella mia mente affiorano ricordi pesanti e tristi e la Fede stamane mi ha mandato 1 sms con scritto “Claudietto son 15 anni che non preghiamo + assieme, ti vorrò sempre bene. Fede”.....