Deep space...
Diario di bordo, data astrale 07-20-2007.Mentre stavamo viaggiando alla volta di Vega, negli abissi profondi della Lyra, un black-out ci ha colpiti, come inghiottiti da un buco nero. Eppure le mappe non segnalavano alcun buco nero in questo tratto del nostro cammino; è stato del tutto inaspettato e ne siamo rimasti completamente sopraffatti. I motori sono in avaria e noi navighiamo a vista, senza la minima idea di dove andare né di cosa fare.Sarà per la mancanza di gravità o per la fredda radiazione di fondo, ma il gelo cosmico ci invade come una sorta di depressione che proietta sulla nostra mente immagini alla rinfusa, con un effetto simile ad un anestetico. Ci manca la forza di reagire, mentre i fotogrammi ci appaiono veloci in un incubo senza fine da cui siamo soggiogati.Così mi è apparsa
Lucy ed
un mio vecchio post, mentre mi scorrevano davanti le immagini di una vita. Relatività: spazio e tempo nella mia mente si confondono alla velocità della luce. Ciò che una volta era importante per me, ora non lo è più e ciò che pareva irrilevante diviene ora fondamentale. Quarant’anni sarebbero stati ben oltre le più rosee aspettative di Lucy, invece oggi io mi sento ancora giovane e ho anche la presunzione di fare progetti per il futuro. Ma ho capito che ogni occasione a cui si rinuncia, ogni cosa che viene rimandata, probabilmente non ci si ripresenterà più; ecco perché negli ultimi anni ho imparato a vivere la vita fino in fondo. E ora sono qui, aggrappata ad un ammasso roccioso di polveri e ghiaccio che va alla deriva negli spazi sconfinati; abbandonata su questo corpo celeste senza tempo. Eppure le tre Parche continuano a tèssere, e tirano il loro filo incuranti di me, dei miei dolori e delle mie paure; ma io quel filo vorrei poterlo riavvolgere. Quantomeno ad un attimo prima del black-out; quantomeno per il tempo necessario a mettere in salvo l’astronave ed il suo equipaggio. Invece viaggio alla deriva, come Ulisse nella speranza di ritrovare la sua Itaca.Apro i cassetti alla ricerca di un appiglio e ne escono fantasmi. Ricordi distorti sotto l’effetto di uno specchio deformante: i momenti felici, le parole incoraggianti di mia madre; i sorrisi, gli incubi e i dolori….Mi appaiono gli spettri ingigantiti di qualcosa che forse non sarà ma che io continuo a vedere, o percepisco o temo. E gli errori maggiori li ho sempre fatti nel tentativo di salvare qualcosa ed ho invece peggiorato la situazione.Sarà l’effetto Doppler, ma su questa luna nera mi sento anche daltonica e non capisco se il mio universo vira verso il blu oppure inesorabile verso il rosso. Inizio o fine. Nascita o morte. Gioia o dolore. Paura. Delle cose che ancora non sono accadute e delle cose che invece ci sono, ma finiranno. Eppure mi avevano allenato per bene a non temere e a non credere alle cose che finiscono. Poi penso che son passati solo pochi mesi da quando ero io quella che doveva fare le autopsie e non aveva mai voluto affondare il bisturi nelle carni. Ma ora tremo al solo pensiero di quel bisturi che affonderà nelle mie. E allora, per non morire faccio sesso sfrenato col bel cinese della sezione meccanica, nel tentativo di scaldarmi il cuore, ma so già che non funzionerà, perché troppo grande è il gelo cosmico.Questo vecchio ritornello dei Beatles:
“Lucy in the Sky with Diamonds”, su un vecchio giradischi è l’unica cosa che ancora funzioni qui, e io non capisco se questa confusione che avverto è solo l’effetto della mancanza di gravità oppure è l’effetto dell’LSD.