« Messaggio #87 | Messaggio #89 » |
Post n°88 pubblicato il 01 Giugno 2007 da VegaLyrae
Tempus fugit... Mi chiedo spesso come facciano certe persone al mattino a prepararsi nel giro di mezz’ora. Io ci metto non meno di un’ora e dieci tra fare colazione, lavarmi e vestirmi. Il problema è che la sera prima non riesco mai a scegliere cosa mettermi addosso il giorno dopo; è una decisione che posso prendere solo all’ultimo minuto in base alle condizioni del tempo, al tono dell’umore, allo stato d’animo e alla temperatura. Così mi capita spesso di cambiarmi vestiti anche due o tre volte, insoddisfatta del risultato. Ci sono giorni in cui alcune cose proprio non me le vedo addosso; sono molto meteoropatica in questo e allora rivoluziono il tutto a partire dall’intimo. E intanto il tempo passa e la mia lotta per uscire di casa si fa sempre più frenetica. Non so perché, ma mai che io riesca a pianificare o rispettare un certo anticipo. Mi capita anche quando ho un appuntamento: in genere riesco ad uscire di casa solo all’ora esatta in cui dovrei già essere sul luogo dell’incontro. E al mattino, il tempo netto che prevedo di impiegare, non considera mai eventuali contrattempi come il camion della nettezza urbana che a quell’ora molto spesso mi blocca la possibilità di uscire dal cancello con la macchina. I 25 chilometri che mi restano da percorrere per andare a lavorare sono anche loro calcolati al minuto e al netto degli ostacoli che potrei trovare come un trasporto eccezionale, qualche tartaruga ambulante, un vigile urbano preso dal sacro fuoco del suo lavoro o anche solo l’onda rossa dei semafori. Mi basta un leggero aumento del traffico e sono rovinata. Ecco perché ho tutta una serie di check-point lungo la strada e gli occhi costantemente puntati all’orologio: ci posso impiegare non più di 10 minuti da casa all’imbocco della tangenziale; esattamente 7 minuti di superstrada e altri 10 minuti di una scorciatoia di campagna tra campi di grano e di zucchine. Totale 27 minuti esatti, non uno di più e non uno di meno. L’ultimo ostacolo che mi resta da superare è la reimmissione sulla statale intasata dalla coda. Ma per questo, esibendo un bel sorriso, confido nel buon cuore di qualche camionista che mi lasci passare (A mali estremi, estremi rimedi!) E finalmente, un’ora e quarantacinque minuti dopo il suono della mia sveglia, arrivo al lavoro spaccando il minuto e, tutta trafelata, sono pronta ad iniziare la giornata. |
https://blog.libero.it/VegaLyrae/trackback.php?msg=2785055
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
..però mi hai fatto tornare in mente le colazioni con mia madre: lunghe chiacchierate di almeno un'ora, un'ora e mezza prima di metterci in moto per la giornata. Cominciavamo con il latte, poi il caffè ed il controcaffè.. e prima delle dieci e mezza non ci alzavamo da tavola; il tutto durante le ferie, naturalmente . :o))
In realtà non è un problema di immortalità; il tempo può anche fluire all'infinito ma noi comunque non riusciamo a collocare all'interno delle 24 ore tutto ciò che vorremmo fare. Ponendo anche di avere a disposizione un tempo infinito, le 24 ore sono comunque finite!!
Baci da highlander :o))
Comunque guarda che anch'io, se arrivo con l'acqua alla gola al lavoro, ad un appuntamento arrivo sistematicamente con mezz'ora di ritardo. :o)
A dire il vero io già ora scopro potenzialità che pensavo di non avere.. Impiego tutto questo tempo a prepararmi perchè so che per ora me lo posso permettere; quando non potrò più farlo per svariati motivi, allora taglierò certamente su qualcosa. Comunque per la terapia che mi proponi mi sa di essere un pò vecchia ormai... Un bacio a te :o))