D i n d i n e l l a

Seconda parte


Così continuò la sua solita vita,arrangiandosi a vendere un po’ di legna e a costruire qualche sedia per tirare avanti. I vicini che gli avevano prestato il denaro, vedendolo sempre così misero, gli dissero: “Allora non hai voluto investire i nostri soldi? Visto che non ti sono serviti, restituisciceli.” Il falegname raccontò loro come li avesse persi, ma quelli non gli credettero e lo trascinarono dal giudice. Il giudice non sapeva come regolarsi: “Il falegname è un buon uomo – pensò – non possiede nulla, e anche se lo metto in prigione morirà solo di fame, ma non riuscirà a restituire tutto quel denaro.” Mentre pensava sul da farsi udì dalla finestre dei ragazzi che giocavano.Uno diceva:- Io sono il giudice e voi, contadini, sottoponetemi le vostre liti!-Gli si avvicinò un ragazzino e gli disse: - Eccellenza, io ho prestato dei soldi a questo contadino ed ora lui non me li restituisce!-- E tu, perché non restituisci il denaro che ti è stato prestato?- chiese il ragazzo-giudice.- Io vorrei restituirli, ma non possiedo nulla e vivo in povertà, come posso fare ?- disse un altro che faceva la parte del contadino.Il ragazzo-giudice pensò un attimo, poi disse:- Ecco la soluzione: daremo al contadino una proroga di tre anni, così potrà procurarsi il denaro e pagare il suo debito! –Tutti i ragazzi allora cominciarono a gridare e battere le mani: “Grazie, Eccellenza, sia lodata la tua saggezza!” Il giudice, che aveva sentito tutto, si rallegrò e disse ai presenti: “Questo brav’uomo non può pagare il suo debito, ma se gli diamo tre anni di tempo per rimettersi, forse potrà restituirvi i vostri soldi con gli interessi!” I vicini furono d’accordo e gli accordarono la proroga. Il falegname tornò a spaccare la legna, e si mise d’impegno per ripagare il suo debito! Così stava fino a tardi nel bosco. Una sera riempì quasi tutto il suo carretto, ma intanto si era fatta notte ed il buio era calato, così decise di restare nel bosco e salì su di un albero per dormire. Durante la notte arrivarono sotto quell’albero sette briganti. “Botola, botola, apriti!” disse uno di loro e d’un tratto si aprì una botola che portava ad un sotterraneo. I briganti scesero con il loro bottino e, quando uscirono, dissero: “Botola, botola, chiuditi!” e la botola si chiuse dietro di loro. Dopo che se ne furono andati, il falegname, che aveva visto tutto, scese dall’albero e disse: “Botola, botola, apriti!”; la botola si aprì ed egli scese nel sotterraneo, che era pieno di sacchi pieni d’oro e d’argento. Scaricò la legna, prese qualche sacco e riempì il suo carretto: “Botola, botola, chiuditi!” disse e scappò subito a casa sua. “Moglie mia, le nostre sofferenze sono finite – disse appena entrato- Finalmente la fortuna si è ricordata di noi!” e raccontò tutto alla moglie. Quella sera fecero festa! Ma l’uomo si ricordò del fratello e corse da lui a proporgli di andare insieme nel bosco a prendere dell’altro oro. E così fecero: arrivarono nel bosco con due carri , aprirono la botola e cominciarono a caricare sacchi pieni di monete d’oro. Dopo averne caricati tre, il falegname pensò che potevano bastare e disse : “Fratello mio, andiamocene.” Ma il fratello ricco volle restare ancora un po’ per caricare qualche altro sacco: “Vai tu, - rispose- io mi fermo ancora un po’ per ultimare il carico!” C’era così tanto oro e gli dispiaceva andarsene soltanto con qualche sacco! Così, mentre il falegname tornò a casa, nel bosco rimase il fratello ricco; ma arrivarono i briganti che lo sorpresero a caricare l’oro e subito lo presero e gli tagliarono la gola, poi lo misero di traverso sul carretto e frustarono il cavallo, che lo riportò a casa. Il capo dei briganti, però, si accorse che mancavano tanti sacchi e disse ai suoi: “ Qui mancano ancora molte cose, quell’uomo le deve aver prese e portate a casa sua; ora che lo avete ammazzato non possiamo sapere dove abitava. Chi di voi lo ha ucciso dovrà trovare la sua abitazione e recuperare tutto!”.E così il brigante che aveva ucciso il fratello ricco si mise in giro per tutti i paesi vicini e capitò giusto nella povera bottega del falegname.“Perchè sei così triste, buon uomo ?” – chiese il brigante. “Avevo un fratello maggiore che viveva qui vicino con sua moglie – rispose il poveretto – ma pochi giorni fa qualcuno lo ha ucciso e il suo cavallo lo ha riportato a casa con la gola tagliata!”. “Oh, che cosa terribile! – disse il brigante – E la poverina è rimasta sola, come potrà vivere? Mostrami dove abita, che la voglio aiutare!” Ma il falrgname rispose: “Mia cognata sta nella casa qui di fronte, ma non ha bisogno di niente, ti ringrazio del tuo buon cuore, sarò io stesso a pensare a lei”. Uscendo di casa, il brigante fece una croce col gesso sulla porta della casa del falegname e su quella della vedova del fratello maggiore: al falegname che lo vide mentre segnava le porte, gridò: “ Buon uomo, ripasserò di qui e verrò ugualmente a trovarti per veder se avete bisogno di qualcosa. Segno la tua porta per essere sicuro di ritrovarti.”. E corse subito dagli altri briganti a raccontare tutto. Quelli decisero allora di tornare nella notte per ammazzare tutti e riprendersi l’oro. Nel frattempo il falegname tornò a casa tutto contento e raccontò come avesse incontrato una così brava persona che si era commossa tanto alle sorti sue e del suo povero fratello, e aveva addirittura segnato la sua porta e quella della cognata per essere sicuro di ritrovarli, una volta che fosse di nuovo passato di là. A sentire queste parole, Miriana, la figlia adottiva, si allarmò e disse:- Ma, papà, non è che invece quest’uomo è uno dei briganti che vuole recuperare il suo oro? Forse ha segnato la nostra porta perchè vuole essere sicuro di trovarci, ma per ammazzarci!- A quelle sagge parole, il terrore si impadronì di tutti loro ed il falegname non sapeva che fare, ma la figlia ebbe un’idea: corse fuori e segnò col gesso tutte le porte di quel quartiere. Quando i briganti arrivarono, non seppero orientarsi e se ne tornarono scornati! Il capo dei briganti se la prese con quello che era andato a trovare il falegname e lo fece bastonare, ma non si volle dare per vinto; così decise di mandare di nuovo lo stesso brigante dal falegname, con un carro con sette botti: solo una di queste era piena d’olio, ma nelle altre si nascondevano sei ladroni! Il solito brigante si ripresentò, lasciò il suo carro con le botti nel cortile e chiese asilo per la notte. Il falegname lo ospitò, del resto non era certo che si trattasse di un brigante...La figlia adottiva, però, andò a guardare nelle botti e si accorse che solo una era piena d’olio, mentre le altre avevano bel altro contenuto. Così tornò dentro e disse: “Papà, dobbiamo preparare un buon pranzo per il nostro ospite. Vado subito in cucina a bollire l’acqua!”. Ma man mano che l’acqua bolliva, ecco che la versava nelle botti e così uccise tutti i briganti! Dopo cena, il brigante uscì dalla casa e cercò di chiamare i compagni: fischiò, battè nelle botti, ma niente!, Nessuno rispondeva.Stupito aprì una botte e ne uscì un gran vapore: allora capì quello che era accaduto e se la svignò finchè era in tempo! Miriana svegliò i suoi e raccontò tutto: il falegname allora disse “Mia cara ragazza, ci hai salvato la vita. Voglio perciò che tu sia la sposa di mio figlio!”. Detto e fatto, in breve tempo si organizzarono le nozze e si festeggiò con un gran banchetto. Ma la ragazza, che aveva sempre timore che i briganti potessero tornare, chiedeva sempre al falegname di vendere la casa e comprarne un’altra da un’altra parte, per essere più sicuri di non essere ritrovati. Ed infatti, di lì a poco il solito brigante decise di tornare da loro, travestito da ufficiale. Il padrone di casa non lo riconobbe e gli offrì ospitalità. Ma la figlia l’aveva riconosciuto, nonostante il travestimento, e così andando a dormire, portò con sè un’ascia ben affilata. Durante la notte il brigante entrò nella camera da letto degli sposini e cercò di uccidere il ragazzo con la sciabola: ma la ragazza, che non dormiva, con l’ascia prima gli staccò la mano destra e poi la testa. Dopo questo episodio il falegname capì che la figlia adottiva era veramente molto saggia e decise di darle retta: vendette la casa e si comprò una locanda, dove visse con tutta la famiglia facendo buoni affari. Un giorno passarono di là quei vicini che un tempo gli avevano prestato il denaro. Lo videro prospero e felice e gli chiesero indietro i loro soldi. Il falegname si rallegrò:- “Certo che vi posso restituire i vostri soldi, anzi per ringraziarvi della vostra bontà ve ne darò il triplo!” E tutti a dire “Bene!” “Bravo!” e decisero di festeggiare. “La tua casa ha un bel giardino – dissero- andiamo a vederlo e facciamo festa!” . e così fecero, e mentre si aggirarono nel giardino videro, coperta da delle piante una cassetta per la cenere: “Ma quella è la cassetta che mia moglie aveva venduto!” – disse il falegname, l’aprirono e trovarono i soldi . Allora i vicini capirono che il contadino aveva detto loro sempre la verità: “Ma se il tuo cappello te lo ha rubato una gazza ladra, forse ci ha fatto un nido – dissero - proviamo a cercarlo!”Cominciarono a scrutare tutti gli alberi del giardino, finchè non lo trovarono: lo tirarono giù e lo trovarono pieno di soldi! Così il falegname ripagò il suo debito e visse ricco e felice. Versione russa della fiaba di Alì Babà