Benemale
di Nicola Madia Cascina Macondo - Scritturalia, domenica 10 novembre 2013
“Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.”
Stravagante, quel silenzio, quello spazio insanguinato, dove un coltello affilato separò la carne. Una mente superiore, forse un pero, un gelso, un melo odoroso, trasformò, separò, dichiarò del bene e del male. Arsero pile di libri, distrussero la luce e fecero nascere demoni e draghi, angeli ed elfi e spiriti assetati di fama e di sangue. Prigioniero, carcerato dal peccato, marchiato di albero, legno da ardere, perché non divisi e mai iniziati, finiti per sempre. Squartare un maiale, dividerlo, smembrarlo, poi mangiarlo... Dov'è il il vuoto, la distinzione, del bene e del male? Diventi leone se mangi leone, diventi assassino se incontri chi uccise? La tua casa, il tuo corpo impastato... benemale inchiodato nel tuo carcere vivo. Nel tuo giardino incantato, tra le siepi bugiarde e cancelli dorati, il tuo carcere verde. Detenuto dal denaro, di carta imbrattata di sangue e di vermi, benemale sbranato...
Chi è il carcerato? |
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