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David Livingstone 
David Livingstone
 

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Ritratto di Henry Morton Stanley 
     Henry Morton Stanley
l'incontro di Stanley e Livingstone(The Illustrated London News, 1872) 
            l'incontro di
     Stanley e Livingstone
 
immagine 
 
Ritratto di Francisco Pizarro 
Francisco Pizarro
 

La vita dell'Uomo,è solitaria, povera, sordida, bestiale e corta.

Leviatano

immagine 

"Distruzione del Leviatano"

 

immagine 

«Quando un uomo siede un'ora in compagnia
di una bella ragazza, sembra sia passato
un minuto.
Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto
e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora.
Questa è la relatività.»

 

 

La croce dei templari, simbolo dell'ordine

 

 

 

 
« «Sono una persona libera...La Condanna »

HOLODOMOR

Post n°85 pubblicato il 05 Marzo 2007 da orcofalk

NON SOLO NAZISMO

Il GPU colpisce i sabotatori

controrivoluzionari

Negli anni '20, l'Unione Sovietica aveva adottato i

campi di concentramento per internare dissidenti

nemici del regime e dirigenti non politicamente affidabili.

Nelle terribili purghe degli anni '30, fu fatto un intenso

uso dei campi, organizzati nel sistema Gulag,

narrato da Aleksandr Solženicyn 

nel suo libro Arcipelago Gulag.

Il sistema rimase attivo fino al 1970 circa, anche se

dopo il terrore staliniano le condizioni di prigionia migliorarono.

Il termine Gulag è diventato nell'uso

corrente sinonimo di "campo di concentramento

sovietico" ma è in realtà una sigla che identifica

il sistema organizzativo ("Glavnoye Upravleniye

LAGerey" cioè "direzione generale dei lager").

Manifesto sovietico degli anni '20: Il GPU colpisce i sabotatori controrivoluzionari

Josif Vissarionovič Džugašvili (in russo Иосиф Виссарионович

Джугашвили), il cui vero nome era Ioseb Besarionis Dze

Jughashvili (in georgiano იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი),

detto Stalin (in russo: Сталин, ossia "d'acciaio"; altro

pseudonimo Koba, cioè indomabile) fu un rivoluzionario

 bolscevico, capo del Partito Comunista e dell'Unione

Sovietica (nato a Gori, Tiblisi, Georgia nel 1878 e morto

 a Mosca, Russia il 5 marzo 1953). Secondo i registri della

 chiesa parrocchiale di Gori la sua data di nascita è il

6 dicembre del 1878, ma egli dichiarava di essere nato

il 21 dicembre 1879 e in tale data veniva festeggiato

 ufficialmente il suo anniversario nell'Unione Sovietica.

 È considerato uno dei peggiori criminali della storia avendo

causato la morte di alcune decine di milioni di persone.

 In Ucraina vi è un giorno dell'anno, il 25 novembre, dedicato

 alla rimembranza dei milioni di ucraini fatti uccidere da Stalin.

 Italia, Usa, Canada e altri 7 Paesi hanno accettato la definizione

di genocidio per la tragedia ucraina nota col nome di Holodomor.

L'Holodomor (in lingua ucraina Голодомор) fu la terribile

 carestia che colpì l'Ucraina sovietica tra il 1932 e il 1933.

 Si tratta della più grave catastrofe che si sia mai abbattuta

sulla nazione ucraina durante la storia moderna, visto che

essa significò la morte di diversi milioni di persone

(le stime sono molto discordanti tra loro).

Tale carestia fu causata dalla politica dell'Unione Sovietica.

Il termine Holodomor deriva

dall'espressione ucraina moryty holodom

(Морити голодом), che significa

"infliggere la morte attraverso la fame"

. In Ucraina, il giorno ufficiale di

 commemorazione dell'Holodomor

 è il quarto sabato di novembre.

Se è vero che la carestia che interessò l'Ucraina fu parte

di un più ampio fenomeno che si manifestò in altre regioni

 sovietiche, il termine "Holodomor" si applica esclusivamente

a quanto accadde nei territori abitati da genti di etnia ucraina.

 Proprio per questo motivo, l'Holodomor è anche noto come

"il genocidio ucraino" o "l'olocausto ucraino", espressione

usata con l'implicazione che la carestia sia stata appositamente

pianificata dalle autorità sovietiche per distruggere la nazione

 ucraina come entità politica e sociale. Mentre gli storici sono

 ancora divisi sul fatto di considerare l'Holodomor un genocidio

(sulla base della definizione legale di genocidio fornita dalla

Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio),

 diversi Stati (Ucraina, Argentina, Australia, Azerbaijan, Belgio,

Canada, Estonia, Georgia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania,

Moldova, Polonia, Stati Unii e Città del Vaticano) lo hanno

riconosciuto come tale.

Stalin a 15 anni, nel 1894Ekaterina Geladze

Stalin a 15 anni, nel 1894            Ekaterina Geladze madre di Josif Stalin
                                             
Gli storici in genere concordano che, tenendo in considerazione
oltre al terrorismo di stato (deportazioni e purghe politiche),
le carestie e la mortalità in prigione e nei campi di lavoro, Stalin
e i suoi accoliti furono direttamente o indirettamente responsabili
della morte di milioni di persone. Sulla cifra esiste però un ampio
dibattito. Gli archivi sovietici riferiscono che 786,098 persone
vennero condannate a morte tra il 1930 e il 1953 per motivi
politici (di cui 681,692 nel 1937 e 1938, durante le "grandi purghe"
che però non vennero tutte eseguite; uno storico stime che
i giustiziati siano stati in questo periodo tra i 300,000 e i 400,000)
e che 1,054,000 morirono nei "campi di lavoro correttivi"
(di cui 620,000 durante la guerra 1941-1945), circa 600,000
nelle "colonie di lavoro correttive" (colonie dove venivano mandati
i condannati a meno di 3 anni per lavori spesso agricoli) e 389,000
Kulaki nella deportazione. Inoltre risulta che tra il 1921 e il 1954
2,400,000 persone sono state mandate nei gulag per reati politici
(tra questi l'unico reato di parole era comunque solo l'incitamento
a sovvertire o indebolire lo Stato) Tuttavia molti ritengono questi
cifre sottostimate. Per esempio lo storico e demografo russo Erlikman
ha stimato 1.500.000 giustiziati (aggiungendo alla cifra degli archivi
di 800.000 persone giustiziate 700.000 esecuzioni sommarie),
4.300.000 morti nei campi di concentramento amministrati dal
Gulag e in prigione (agli 1.900.000 ufficiali ha aggiunto 2.400.000
non riportati; la cifra sale a 5 milioni con i 700.000 morti nei campi
di lavoro dal 1922 al 1929), 1.700.000 morti nelle deportazioni
(di 7.500.000 deportati) e 1 milione di civili e prigionieri stranieri
morti a causa dell'Armata Rossa, per un totale di 8.500.000
morti causati da Stalin. In Georgia circa 80.000 persone vennero
giustiziate nei periodi 1921, 1923–24, 1935–38, 1942 e 1945-50,
e più di 100.000 vennero deportate nei campi di lavoro.

Oltre alla morte nei lager Stalin provocò

la morte di forse milioni di persone per

fame, le stime oscillano tra 1,54

(morti in eccessi registrati dagli archivi

sovietici) o meno e 10 milioni (alcuni

sostengono che la carestia sia stata

pianificata). Questo quanto dichiarò

alle Nazioni Unite alla vigilia della

61esima sessione dell'Assemblea generale

dell'ONU (nell'estate 2006) il ministro

degli esteri ucraino Boris Tarasiuk:"

"lo sterminio di massa pianificato

appositamente dal regime totalitario

comunista dell'epoca ha causato la

morte di una cifra oscillante tra i 7 e 10

milioni di uomini, donne e bambini

innocenti, cioè di circa un quarto della

popolazione ucraina dell'epoca".

Lettera scritta ad un artigliere

dalla sorella residente a

Krylovskaja,

provincia di Rostov.

«Non ti puoi nemmeno immaginare l'orrore
che stiamo vivendo al paese. La gente sta morendo
 di fame e quando qualcuno entra in casa per
chiedere un pezzo di pane se non glielo dai rischi
che ti taglino il collo. Se vedessi quante persone
affamate, ammalate e gonfie dalla fame ci sono
adesso...è una cosa spaventosa. La gente è affamata
sino al punto che mangia carne di cavallo putrefatta.»

Lettera scritta dai genitori

al soldato dell'Armata

Rossa Yurcenko

da 

Novo-Derevjanovskaja,

Caucaso del Nord.

«Quanta gente muore di fame; i cadaveri giacciono
fino a 5 giorni lungo le strade senza che nessuno
si preoccupi di sotterrarli. La gente ha fame,
le forze per scavare le fosse non le ha più. Fa paura
persino a guardare chi è ancora vivo...le facce
stravolte, gli occhi piccoli e prima della morte
il gonfiore diminuisce, diventando di un colore
giallastro. Non sappiano che ne sarà di noi, ci
attende la morte per fame...»
immagine

 

                                                                                                                                         

 
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