La donna di nebbia

...si riconosce all'esterno solo ciò che è conosciuto all'interno. E' legge del sangue.

Ti auguro una serena notte, amica mia Carlo

La risposta sta già nella domanda che IO ho posto. Se ti ho chiesto: permesso? è perchè la mia porta era già aperta. Conosco solo questo modo di fare nella vita anche se so bene che ne esistono altri...che voglio sapere che esistono per evitarli...Grazie per il lucchetto tolto. Grazie per avermi aperto la porta...confido nella tua ospitalità come tu confidi nella mia buona grazia...scontato tra persone adulte e civili,lo so. Ma repetita iuvant,no? Carlo

...ok...da questo momento io tolgo un lucchetto e ti lascio entrare. E tu farai lo stesso ;-)

Forse ti è sfuggita una parte del mio profilo:ho rifiutato molte ma molte richieste di amicizia secondo gli standard di libero ed ho chiarito anche che se le accetto ci devono essere delle motivazioni valide. No amicizia per me significa "essere amico" di una persona.Essere un pezzettino, non importa quanto piccolo o grande(le cose crescono o si esauriscono secondo tante ed imprevedibili variabili)della sua vita,delle sue emozioni, delle sue gioie e dei suoi dolori. Amico non figurina.Le figurine che ho io le ho dovute accettare solo perchè persone che "tenevano" a quella presenza mi hanno spinto ad accettare per motivi "pubblicitari" dei loro Blog. Sono dinamiche che non m'interessano. Sono stato più chiaro?

Non so se ho capito bene: per "amicizia" intendi la richiesta di finire nella bacheca omonima del profilo? Se è questo devo rifiutare, per due motivi. L'uno, è riferito al fatto che, come un'unione, non è più salda e più vera se sancita da un contratto. L'altro: senza si è costretti a ricordarsi di quella persona per vederne il blog o il profilo, senza che il sito lo segnali :-) Cosa significa, per te, essere amico di un'altra persona?

Il tuo,così come lo racconti,è uno splendido passo nella vita del qui ed ora e "verso" la vita. Molto bello, intrigante...ma per nulla semplice. Ma del resto in ciò che è "pernicioso" non può esserci semplicità...sarebbe troppo comodo oltre che contraddittorio.Il pericolo difficilmente è nelle cose semplici. Vorrei chiederti l'amicizia,e preferisco farlo su questa messaggeria anche se pubblica perchè ritengo "pernicioso" l'anonimato su ciò che per definizione(un profilo o un blog)è pubblico.L'anonimato deve essere una scelta condivisa a mio parere Carlo

Il mio vissuto, come quello di tanti, è costruito attraverso le esperienze. Alcune sono belle, lasciano un dolce sapore ed un desiderio di replica; altre, pur sempre erigenti, vorrei non averle fatte. La mia natura non è protesa al passato. La nostalgia mi è nemica e non ricostituente. Alcune situazioni le vissute mio malgrado, ma vorrei che non fossero accadute. Anche a costo di essere diversa da ciò che sono ora. D'altronde, posso solo immaginare chi potrei essere e questo già m'infiamma di curiosità :-)

Ritorno dopo un'assenza ma con un'idea ben chiara in mente(e mi girava da un pò!):il sentimentalismo può giustificare la sublimazione di un'azione aggredente?Forse sì.Ci ho pensato a lungo ma credo che possa avvenire e credo anche che ci si possa pentire di aver accettato il tutto senza per questo negare di aver agito con giustezza rispetto alla situazione e/o al momento.Ma mi domando(e ti domando,se hai voglia di rispondere): quanto di tutto questo toglie qualcosa alla propria vita e quanto la arricchisce? Esperienze,sensazioni, vissuti e intensità nel giusto e nello sbagliato, nel cercato e nel subito... La vita non è questo ma è soprattutto questo. Ecco perchè alla fine non capisco il termine "esilio" che usi come overture...

provocazione sulla consapevolezza di esistere...perche trovarla fuori?