Vertex

Vertigo, cinema dell'inconscio


A qualcuno è capitato di vedere Vertigo di Hitchcock? Allora, si faccia avanti.Il film per eccellenza, a mio parere, è questo.Se per cinema, infatti, si intende la possibilità per lo spettatore di sprofondare nelle viscere del proprio inconscio, ebbene La donna che visse due volte, titolo italiano di Vertigo, è il film che fa per lui.La musica di Bernard Herrmann, inoltre, meraviglioso arrangiamento delle sinfonie wagneriane più struggenti, compie il prodigio definitivo. Lo spettatore è servito.E che dire della scelta di San Francisco, così esotica e spaesante? Delle dita nervose di James Stewart sul volante dell'auto, stravolto dall'innamoramento per la magnifica Kim Novak? Proprio lui che rappresenta il prototipo dell'americano tranquillo...E della sequenza, a dir poco epica, del tronco reciso della sequoia sempervirens, sulle cui nervature Kim Novak indica il segmento infinitesimale della sua precedente esistenza: "...qui io devo essere nata e qui devo essere morta. E' stato solo un attimo, per la pianta, e non se n'è neanche accorta."?Ipnotico è l'aggettivo ideale per descrivere l'effetto che questo film ha prodotto sulla mia psiche.Nel fortunato caso che la televisione lo trasmetta, non perdetevelo.