Creato da val05 il 20/12/2009
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Pedagogia

Post n°1 pubblicato il 20 Dicembre 2009 da val05

Il primo argomento trattato è la Pedagogia.

 
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Trend della Pedagogia

Post n°2 pubblicato il 21 Dicembre 2009 da val05

Il cambiamento nel tempo della Pedagogia avviene secondo un trend che è messo a rischio da vari fattori: 1) aumenta l’età della scolarizzazione ma per i ceti meno abbienti, le donne ed i portatori di handicap non aumenta parimenti il diritto allo studio 2) la cultura simbolica sembra portatrice di un’alfabetizzazione debole, i nuovi alfabeti elettronici sono dispositivi omologanti  3) l’aumento del tempo libero porta a molte opportunità ludiche soggette alle leggi di mercato e del consumismo. Il moltiplicarsi dei luoghi dell’educazione rende quest’ultimi variabili ed effimeri. 4) in Europa si levano barriere che impediscono il trionfo degli ideali della multiculturalità.

 
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I 3 attori del sistema formativo

Post n°3 pubblicato il 21 Dicembre 2009 da val05

I 3 attori del sistema formativo: 

1) SISTEMA FORMALE  (SCUOLA) è l’ambiente dove si struttura il processo insegnamento-apprendimento, dove si formano le strutture mentali e si organizzano i processi cognitivi. Oggi il sistema-scuola ha raggiunto l’obiettivo della scolarizzazione di massa ma ha carenze riguardo alla qualità dell’istruzione ed alle strutture soprattutto per ciò che riguarda l’infanzia. La scuola riformata dovrà combattere per la qualità dell’istruzione (ammodernamento delle discipline) e per il diritto all’istruzione (autonomia delle periferie scolastiche).

2) SITEMA NON FORMALE  (FAMIGLIA, ASSOCIAZIONISMO) Sono strutture che hanno intenzionali finalità educative anche se non sempre vengono riconosciute e sostenute come risorse educative dai governi. Il loro punto di forza sono il volontariato e la diffusione capillare.

3) SISTEMA INFORMALE  (MASSMEDIA) ha natura pervasiva e totalizzante. Si fonda sull’alfabetizzazione elettronica, sulla comunicazione-informazione, sulla ‘pioggia’ culturale.

 
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Cenni sull'evoluzione della Pedagogia

Post n°4 pubblicato il 28 Dicembre 2009 da val05

Fino alle soglie del 1800 l’educazione era vista solamente come oggetto di riflessione filosofica. Oggi il problema educativo viene affrontato secondo una molteplicità di approcci (filosofico, scientifico, storico etc.).

Jean Jaques Rousseau le fa assumere caratteristiche di scienza a se stante, cosa che diviene dal 1850 in poi.

Il cambiamento piu’ considerevole sta nel fatto che da schemi rigidi, prefissati razionalmente, si passa alla Teoria della Modificabilità, si scende sul terreno empirico dell’osservazione, della sperimentazione, della verifica. Si prova a smontare la ragione gerarchica ed autoritaria attraverso l’autocritica ed il confronto con i molteplici sistemi con cui i viventi affrontano i problemi.

La scienza pedagogica ha quindi un atteggiamento critico che passa sempre dalla ragione ma osserva la realtà ed il suo sapere diventa quindi complesso, antinomico (affermazioni discordanti), trasformativo. La conoscenza non è piu’ vista come un edificio ma come una rete.

 
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Oggetto ed Alfabeto della Pedagogia

Post n°5 pubblicato il 28 Dicembre 2009 da val05

La pedagogia si configura in P. individuale e P. sociale.

L’oggetto di cui tratta è l’educazione ed il costitutivo della ricerca pedagogica è dato dalla relazione educazione-istruzione-formazione.

1)      L’educazione (dimensione socio-affettiva) si realizza prevalentemente in strutture non formali quali la famiglia e le libere associazioni, oltre che nella scuola. E’ un itinerario verso la perfettibilità del singolo uomo inseparabile dall’evoluzione sociale.

2)      L’istruzione (dimensione cognitivo-affettiva) si realizza prevalentemente nella scuola.

3)      La formazione ingloba il binomio educazione-istruzione.

 

L’Utopia: è una dimensione costitutiva del sapere pedagogico in quanto la P. è impegnata ad analizzare criticamente il presente ed a progettare un mondo migliore. Ciò anche attraverso la piena realizzazione dell’individualità (la singolarità e la creatività della persona).

 

 

 Nella P. possiamo distinguere 2 alfabeti: quello teorico e quello empirico.

 

L’alfabeto teorico poggia su 6 categorie: 1) Oggetto (formazione degli individui nella loro contestualizzazione storica). 2) Linguaggio (analitico-descrittivo di tipo esplicativo, narrativo che ricostruisce i processi di apprendimento, retorico-persuasivo di tipo argomentativo, L. della quotidianità e del senso comune che fa intendere come tutti siano investiti dal discorso pedagogico, L. dell’analogia e della metafora che consente di proporre soluzioni originali e creative. 3) Logica ermeneutica (criterio descrittivo della P. che si formalizza nella dialettica teoria-prassi-nuova teoria). 4) Dispositivo investigativo (riguarda i metodi di ricerca tra cui i piu’ importanti sono la ricerca storica che studia le trasformazioni e le evoluzioni della P., e quella teorica che indaga i processi di articolazione, disarticolazione e riaggregazione).

4)      Principio euristico che si occupa di interconnettere e ricomporre le antinomie strutturali della P. 6) Paradigma di legittimazione legittima la P. come sapere complesso, plurale, antinomico, dialettico, generativo e trasformativo, combattendo la P. dogmatica che non cambia e non si confronta con i suoi processi formativi.

 

L’alfabeto empirico poggia su 10 parole: 1) Sviluppo ( è discontinuo e non si interrompe in età adulta ma rimane aperto alle sollecitazioni sociali e culturali). 2) Gioco ( ha un ruolo fondamentale per la promozione dell’autonomia e dell’ampliamento degli scambi sociali, affettivi e relazionali. Implica l’intreccio delle dimensioni cognitiva ed emotiva della formazione. Valorizza: i bisogni primari comunicazione-socializzazione, il potenziale cognitivo con l’apprendere giocando, i linguaggi infantili. 3) Diversità (sollecitare l’esperienza del confronto e del rispetto delle differenze). 4) Autonomia (capacità degli adulti di assumere un atteggiamento non intrusivo ma, al contrario facilitante nei confronti dei tentativi di emancipazione del bambino). 5) Creatività che è una dimensione strutturale dell’intelligenza che consente di interconnettere elementi conflittuali quali pensiero logico e fantastico, conscio ed inconscio. Occorre che il bambino faccia esperienze di curiosità, impegno, ricerca ma abbia anche spazi di “silenzio” in cui possa esercitare attività immaginative, creative.

La cognitività creativa si divide in:

Formazione intellettuale: l’uso creativo dell’intelligenza consente di elaborare sapere e riflettere su di essi al fine di risolvere problemi individuali e collettivi.

Formazione estetica: la creatività estetica investe esperienze sensoriali,razionali e immaginative, attraverso cui il soggetto interagisce con l’esterno. L’educazione estetica, quindi,è molto importante perchè promuove l’integrazione di gioco e lavoro, vita fisica e affettiva, esercizio intellettuale ed immaginativo.

 

Formazione del corpo e del movimento: l’educazione fisica e motoria si connota come insegnamento all’uso intenzionale e creativo del corpo. Una corretta formazione corporea, quindi, contribuisce alla formazione intellettuale-affinando le capacità sensoriali, alla formazione etico/sociale acquisendo padronanza delle regole sociali, alla formazione affettiva insegnando a controllare forme di aggressività e a sviluppare forme di empatia, alla formazione estetica prestando attenzione all’armonia fisica.

 

Formazione affettiva e relazionale: una dimensione emotivo - affettiva equilibrata può contribuire alla costruzione di personalità in grado di fronteggiare le difficoltà, le delusioni e le angosce inevitabili nel corso della vita.

 

Formazione etica e sociale: L’educazione etico - sociale si impegna a far acquisire all’allievo,fin dai primi anni di vita, atteggiamenti di solidarietà e di rispetto dell’altro, di valorizzazione delle affinità e degli interessi comuni, di riconoscimento delle differenze e delle peculiarità individuali e culturali.

 
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