Ali della Notte

Omar Khayam


 L'Iram è, in fede, svanita con tutte le sue rose,la sette volte inanellata coppa di Jamshid nessuno più può trovare;ma ancora il vino si accende di rubino,ancora il giardino rifiorisce dove scorre l'acqua.IIAlcuni vivono per la gloria del mondo,altri per i paradisi dei profeti a venire;prendi ciò che hai e lascia andare le promesse,esse sono il suono di un tamburo distante.IIIGli amici che abbiamo amato, i più fedeli e leali,ci hanno lasciato uno dopo l'altro;con loro bevemmo due o tre coppe alla mensa del mondo,prima che, uno alla volta, andassero silenziosamente a dormire.IVCi fu una porta della quale non trovai chiave,un velo attraverso il quale non potei vedere;alcune piccole parole fra me e te,dopo non fummo, tu ed io... mai più.VSia a Naishapur che a Babilonia,sia che la coppa stilli dolcezza od amarezza;il vino della vita scorre goccia a goccia,il fiore della vita perde foglie una ad una.VIAlle labbra di questa povera e polverosa coppa,bevvi per svelare il sottile segreto della vita;le labbra della coppa, alle mie labbra mormorarono,bevi fin quando vivrai, dopo non potrai più farlo.VIISolo l'uva può, con logica assoluta,confutare innumeri e noiose sette;solo alchemico vino può, in un istante,mostrarci la vita che trasmuta il piombo in oro.VIIIBizzarro, non credi?delle miriadi passarono prima di noi la porta oscura;nessuno tornò a indicarci la via,per conoscerla dovremo metterci in viaggio.IXNon siamo nulla di più che una sequenza in movimento,giochi di ombre proiettati su uno sfondo;la lanterna magica di un illusionista,ci da vita a mezzanotte, per il suo spettacolo.XDi certo gli idoli che ho adorato così a lungo hanno reso,agli occhi degli uomini, il mio credito cattivo;di certo hanno gettato il mio onore nella coppa,ho venduto la mia reputazione per una canzone.XISe il mondo fosse fatto secondo i tuoi desideri,se avessi raggiunto la conoscenza che desideri;se avessi vissuto cento anni felice,che importerebbe dunque?XIII poli della scienza e della saggezza,coloro che fra i saggi brillavano come fari;non hanno potuto illuminare la notte,hanno rischiarato un istante il buio e poi si sono spenti.XIIINull'altro siamo che non parte del gioco,muoviamo su una scacchiera di giorni e notti;ad ogni mossa un pezzo cade preso,la partita continua mentre noi veniamo riposti.XIVSognavo al principio dell'alba nella taverna,ed udii una voce che mi consigliò:svegliati, figlio mio, e vuota la coppa,prima che il liquore si asciughi.XVIDovendo bere vino, fallo con i sapienti,o con una bella dal volto di luna;dovendo bere vino fallo con dovizia,bevine poco, ogni tanto ed in segreto.XVISi sbaglia chi, mio nemico, mi chiama filosofo,Iddio sa bene che io non sono quel che loro dicono;dacché sono sceso in questo luogo di dolore,voglio almeno sapere chi io sia.