Le parolese si ridestanorifiutano la sedepiù propizia, la cartadi Fabriano, l'inchiostrodi china, la cartelladi cuoio o di vellutoche le tenga in segreto;le parolequando si sveglianosi adagiano sul retrodelle fatture, sui marginidei bollettini del lotto,sulle partecipazionimatrimoniali o di lutto;le parolenon chiedono di meglioche l'imbroglio dei tastinell'Olivetti portatile,che il buio dei taschinidel panciotto, che il fondodel cestino, ridotteviin pallottole;le parolenon sono affatto felicidi essere buttate fuoricome zambracche e accoltecon furore di plausie disonore;le parolepreferiscono il sonnonella bottiglia al ludibriodi essere lette, vendute,imbalsamate, ibernate;le parolesono di tutti e invanosi celano nei dizionariperché c'è sempre il marranoche dissotterra i tartufipiù puzzolenti e più rari;le paroledopo un'eterna attesarinunziano alla speranzadi essere pronunziateuna volta per tuttee poi morirecon chi le ha possedute.(Eugenio Montale)
Le parole
Le parolese si ridestanorifiutano la sedepiù propizia, la cartadi Fabriano, l'inchiostrodi china, la cartelladi cuoio o di vellutoche le tenga in segreto;le parolequando si sveglianosi adagiano sul retrodelle fatture, sui marginidei bollettini del lotto,sulle partecipazionimatrimoniali o di lutto;le parolenon chiedono di meglioche l'imbroglio dei tastinell'Olivetti portatile,che il buio dei taschinidel panciotto, che il fondodel cestino, ridotteviin pallottole;le parolenon sono affatto felicidi essere buttate fuoricome zambracche e accoltecon furore di plausie disonore;le parolepreferiscono il sonnonella bottiglia al ludibriodi essere lette, vendute,imbalsamate, ibernate;le parolesono di tutti e invanosi celano nei dizionariperché c'è sempre il marranoche dissotterra i tartufipiù puzzolenti e più rari;le paroledopo un'eterna attesarinunziano alla speranzadi essere pronunziateuna volta per tuttee poi morirecon chi le ha possedute.(Eugenio Montale)