Il passato è un paese straniero, lì tutto si svolge in modo diverso. Si, diverso. Giulia è una tranquilla bambina di otto anni seduta sui gradini di ingresso di casa sua. Ha di fronte il mare. Basta attraversare la strada. Indossa un bel vestitino in tulle rosa e un bel fiocco in tinta lascia libera la fronte dai suoi capelli lisci e biondi. Ai piedi ha le solite ciabattine in plastica infradito di tutti i giorni, quelle che usa per andare a giocare o per andare al mare in quel mese di giugno caldo e ventoso. E' sola e aspetta. Aspetta con pazienza che rientri la mamma, uscita per commissioni. La mamma le ha detto che vuole ritrovarla lì quando torna. Le è stato insegnato che bisogna ubbidire agli adulti, ubbidire incondizionatamente. Giulia pensa che potrebbe andare a giocare, la mamma non se ne accorgerebbe. Ma, sa di non poterlo fare. Il vestito di tulle è la sua prigione ed il suo castigo. Non può sporcarsi né può muoversi con agilità. Però non le importa molto, Giulia non si annoia mai. Può sempre pensare, immaginare, fantasticare. Non è tempo sprecato. Cosa sono i minuti, le ore, i giorni di fronte ad una vita intera? Quel momento passerà, lei già non lo ricorda piu'. Non è importante, ciò che importa veramente è non fare arrabbiare gli adulti. Cercare di comprenderli è impossibile, fiato e tempo sprecato. Ci sono cose che lei non potrebbe capire, così le hanno spiegato in piu' occasioni. Eppure questo non le va giu'. Lei non è una bambina stupida e non sente di esserlo. Quando legge i racconti, che tanto le piacciono, impara sempre parole nuove. Ha provato a ripeterle davanti agli adulti ma sembrano non comprendere, non capirne il significato o, forse, non stanno a sentire, troppo impegnati nei loro problemi. Giulia pensa che tra gli adulti e i bambini ci siano degli spazi di pensiero incomunicabili, come bolle di sapone che, si sa, quando si incontrano nell'aria si annullano a vicenda. O forse questi spazi sono incomunicabili solo con e per lei? Non sembra che suo fratello si sia posto il problema. Lui ha altre gatte da pelare, deve evitare di prendere cattivi voti a scuola.Comunque, il mondo dei grandi non le appartiene, meglio il suo mondo fatto di tante cose, tante storie da sistemare nella mente. Magari, da grande, sarà tutto diverso...
Una bambina diversa
Il passato è un paese straniero, lì tutto si svolge in modo diverso. Si, diverso. Giulia è una tranquilla bambina di otto anni seduta sui gradini di ingresso di casa sua. Ha di fronte il mare. Basta attraversare la strada. Indossa un bel vestitino in tulle rosa e un bel fiocco in tinta lascia libera la fronte dai suoi capelli lisci e biondi. Ai piedi ha le solite ciabattine in plastica infradito di tutti i giorni, quelle che usa per andare a giocare o per andare al mare in quel mese di giugno caldo e ventoso. E' sola e aspetta. Aspetta con pazienza che rientri la mamma, uscita per commissioni. La mamma le ha detto che vuole ritrovarla lì quando torna. Le è stato insegnato che bisogna ubbidire agli adulti, ubbidire incondizionatamente. Giulia pensa che potrebbe andare a giocare, la mamma non se ne accorgerebbe. Ma, sa di non poterlo fare. Il vestito di tulle è la sua prigione ed il suo castigo. Non può sporcarsi né può muoversi con agilità. Però non le importa molto, Giulia non si annoia mai. Può sempre pensare, immaginare, fantasticare. Non è tempo sprecato. Cosa sono i minuti, le ore, i giorni di fronte ad una vita intera? Quel momento passerà, lei già non lo ricorda piu'. Non è importante, ciò che importa veramente è non fare arrabbiare gli adulti. Cercare di comprenderli è impossibile, fiato e tempo sprecato. Ci sono cose che lei non potrebbe capire, così le hanno spiegato in piu' occasioni. Eppure questo non le va giu'. Lei non è una bambina stupida e non sente di esserlo. Quando legge i racconti, che tanto le piacciono, impara sempre parole nuove. Ha provato a ripeterle davanti agli adulti ma sembrano non comprendere, non capirne il significato o, forse, non stanno a sentire, troppo impegnati nei loro problemi. Giulia pensa che tra gli adulti e i bambini ci siano degli spazi di pensiero incomunicabili, come bolle di sapone che, si sa, quando si incontrano nell'aria si annullano a vicenda. O forse questi spazi sono incomunicabili solo con e per lei? Non sembra che suo fratello si sia posto il problema. Lui ha altre gatte da pelare, deve evitare di prendere cattivi voti a scuola.Comunque, il mondo dei grandi non le appartiene, meglio il suo mondo fatto di tante cose, tante storie da sistemare nella mente. Magari, da grande, sarà tutto diverso...