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Le vite degli altri

Post n°258 pubblicato il 22 Novembre 2007 da passandodiquipercaso

Le vite degli altri” è un film che vale la pena di vedere. Ti riconcilia con il prossimo e con il mondo intero. A volte l'animo umano è imprevedibile. Basta un gesto, un momento in cui ci si imbatte nella propria coscienza per cambiare positivamente il destino delle persone. Ci si accorge, in buona sostanza, di avere di fronte altri esseri umani.

Un anonimo funzionario della Stasi, nella Berlino con muro, controlla la vita degli altri. Un lavoro noioso e da guardoni che, in uno stato di polizia, assume un ruolo importante e garantisce una sfavillante carriera. Occorre freddezza ed assenza di sentimenti e il capitano le possiede entrambe. Non ha famiglia, non ha affetti. Soddisfa i suoi bisogni sessuali con prostitute. Il suo mestiere è rovinare la vita di coloro che spia, raccogliere prove e farli arrestare. Ha la loro vita nelle sue mani.

Ad un certo punto, però, entra in contatto con un mondo diverso dal suo. Niente di eccezionale. Una coppia di intellettuali molto innamorata. Lei attrice, lui scrittore. Il capitano viene catapultato in un mondo fatto di sentimenti, ne percepisce il valore, vive la fragilità degli esseri umani e si accorge ben presto della scollatura tra ciò che la Stasi vuol reprimere per eccessivi motivi di sicurezza e la vita, anche privata, della gente.

E' un attimo. Appena ha la prova che lo scrittore vuol far conoscere al mondo Occidentale ciò che avviene nella Germania dell'Est, decide di epurare i suoi rapporti quotidiani da tutti quegli elementi che potrebbero incolpare la coppia sotto controllo. Ma la situazione precipita e riesce a salvare solo lo scrittore. Il prezzo da pagare è il suo ritorno nell'anonimato di una cantina buia a scollare buste.

Le stesse emozioni provate con altra pellicola ambientata ai tempi del nazismo nella Polonia occupata. Il “Pianista” di Polanski.

La vita del pianista, allo stremo delle sue forze, nelle mani dell'Ufficiale tedesco che nutre, però, una vera passione per il pianoforte. Il pianista deve far scivolare le sue dita, non esercitate da mesi, sui tasti del pianoforte. L'ufficiale tedesco rimane affascinato da qualcosa che trascende il suo ruolo e la situazione contingente. E' la musica a compiere il miracolo. Il nemico diventa amico.

 
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