Via Palmieri

Galleria Il Grifone "Ricordanze"


RICORDANZE - NASCONDERSI PER MOSTRARSI –Tra il dire e il fareCollettiva di Pittura con Ambra Biscuso, Ilenia Durante e Monica TaveriGalleria D’Arte Il GrifoneRicordare, nell’etimologia della parola il senso di queste opere.  Dal latino, recordari, comp. Di re-, che indica movimento contrario, e un derivato di cor, cordis “cuore” che per gli antichi era sede della memoria. Mostrarsi da monstrum, segnoRicordare rappresenta un movimento contrario al cuore, in effetti spesso vediamo solo ciò che siamo pronti a vedere. Solo allora possiamo andare a cercare ciò che avevamo occultato all’anima e solo allora siamo pronti a renderlo manifesto a noi stessi. La memoria è un obbligo, ricordare, una  pratica feroce. Perché è feroce l’obbligo a scavare a scavarsi dentro, rinvenire i segni del vissuto può rivelare delle sorprese non sempre piacevoli. Aprire una porta chiusa da tempo, osservarne il contenuto con occhi differenti, perché il tempo  muta lo sguardo. Allora, capita che gli occhi che guardano siano quelli di un sopravvissuto forse … o semplicemente quelli di chi ha vissuto altro.La memoria, il suo sedimentarsi è cosa per viaggiatori differenti.  Bisogna avere il coraggio di arrivare al centro del cordis, del cuore.  Gli artisti sono viaggiatori differenti, appuntano i luoghi, annotano le emozioni su carte labili, così fragili e al contempo uniche nel rivelare la forza di uno sguardo.. E così, gli occhi trafitti dell’artista , miracolosamente sopravvissuti alla visione di troppe vicende non si piegano alla cecità. L’artista, prosegue il suo viaggio anche quando tutto appare nascosto sino a quando un’altra luce si accende, quella del ricordo.Allora, proseguendo lentamente nel viaggio intrapreso, oltrepassando un velo dopo l’altro, riflesso dopo riflesso fa eco la Ricordanza … il solo pronunciare questa parola pare evocare il respiro di una sinfonia dolcissima.  In verità, non v’è nulla di più feroce del rievocare. Poiché aprire lo scrigno dei ricordi è simile ad aprire il vaso di Pandora. La memoria è la meta di un viaggio la cui destinazione finale non è nota alla partenza.Allora i colori e i grigi, il sedimentarsi delle carte, strati e sedimenti di parole, l’apice delle passioni e l’abisso dei tradimenti.I luoghi mutevoli, cedevoli allo sguardo talvolta carezzevole altre reso feroce dalla crudezza del ricordo. Ed è lo sguardo dell’artista a registrare il passo del narrato, la metratura ampia del vissuto, con la mano sapiente di chi non cerca la preziosità dei materiali, anzi tuttaltro.  Egli, voracemente pesca tra le carte, registra il sedimentarsi del tempo sulle cose, ne svela gli arcani celati a chi vive di fretta e rumore. Raccatta ciò che da altri è stato gettato via. Si, l’artista rovista nelle scorie del tempo e così, celebra la genesi della vita che si modifica ma non è perduta allo sguardo di chi non si ferma al velo, al riflesso.L’artista infrange gli specchi del vivere perché sa, i vissuti gliel’hanno marchiato a fuoco sul derma dell’anima, che per comprendersi deve distruggere l’unità per poi ricomporla in un’altra forma … troverà da sé quale.Noi siamo lo specchio, il riflesso di ciò che gli altri ci rimandano di noi. Quando si ha il coraggio di mandare in frantumi lo specchio e di guardare in ogni suo frammento, allora, solo allora ogni ricordo trova la sua collocazione.In ogni frammento un viaggio, il volto riflesso sempre il medesimo ma nella differenza di quel particolare momento vissuto. Chi eravamo, con chi, dove???Come avevamo detto, quella della memoria è una pratica feroce, anche spietata. Un viaggio che val la pena di essere intrapreso solo a patto che la verità su se stessi, qualunque essa si riveli, sia accolta con un sorriso di consapevolezza e mai di abiura.Rosanna Gesualdo