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PICCOLA STELLA E IL SUO CIELO


Una voce metallica annuncia che lo spettacolo sta per cominciare.Il telone con i due "7" incrociati che copre il palco inizia a vibrare illuminato da una debolissima luce. Tutto intorno è buio totale.Parte la musica e la luce si fa più intensa a rivelare che Lui è lì, non sul palco dove lo cercavamo tutti ma in mezzo al parterre, solo con la sua chitarra a mettere in circolo il suo e il nostro amore. Di colpo le 2 ore e tre quarti di colonna in macchina per raggiungere il Datchforum non pesano più. So che ne è valsa la pena!Liga raggiunge il palco e incontra la band, ci saluta e ci spiega il suo tormento del 7, con una postilla in più: si è ricordato che l'ultima volta che ha suonato al Datch è stato 7 anni fa.In preda ad un entusiasmo che ora mi fa orrore gli urlo che io, anche quella volta, c'ero. Tutti i miei vicini di posto si girano a guardarmi (con compatimento) ma io sono attenta a non perdermi l'occhiolino che mi strzza il Liga per ringraziarmi. O anche no!Due ore precise di musica che ripercorrono 17 anni di successi suoi e di vita mia. Due ore in cui ho perso la voce perchè ho urlato troppo, ho pianto, ho ballato, sono stata davvero bene.La sua voce non cede mai, è sempre perfetta, anche dopo le corse su è giù per il palco, perchè per lui il concerto è importante questa sera come sempre.Il pellerossa della via Emilia ne ha fatta di strada e oggi è un uomo diverso.Non solo perchè si è tagliato le basette (gravissimo errore) e dato una pennellatina ai capelli, ma perchè affronta il suo pubblico al 100%.Non si nasconde più dietro a quella chitarra che, anni fa, usava come pretesto per sapere dove mettere le mani. Ormai può permettersi tutto, perchè raccoglie quello che ha seminato. Si confronta con gente adulta che lo conosce tanto, alla quale più volte dimostra di voler bene e grazie alla quale, sente di poter dire che lui nella vita ha avuto culo.Dice che le canzoni hanno la loro storia e vivono da sole, ma che è felice che una canzone come "certe notti" l'ha scritta proprio lui.Il palazzetto esplode, canta pure la signorina che gira per il Datch con lo zucchero filato. Ci ricorda che l'amore conta e che si può fare rock in qualche modo anche senza farsi fuori. Due ore di concerto passano veloci, troppo per poter ascoltare canzoni, secondo me, imprescindibili.Poi mi è successa una cosa strana: per la prima volta ho cantato senza crederci "Urlando contro il cielo", perchè il mio cielo era lì, era pieno, era bello, era tutto... come lo è sempre.P.