Deserto

Racconto di un'esperienza nel Deserto - 5a parte


16-04-2008Rieccomi dopo tanto tempo! Le giornate passano velocemente e sono ricche di nuove conoscenze e incontri interessanti. Peccato che non ho il tempo di scrivere tutto, ma anche se il portatile è quasi tutto il giorno acceso e on-line, non riesco a lavorare più di tanto, perché durante il giorno ci sono sempre clienti che arrivano e che apprezzano di avere una guida che spiega loro il progetto e che mostra loro le gazzelle, gli sciacalli, i dromedari ecc. per poi portar loro qualcosa di fresco da bere. Sto scoprendo che, presentando bene il progetto per la creazione di una riserva naturale che dà da vivere a 30 famiglie nomadi, spesso la gente lascia una piccola offerta per la realizzazione del progetto. Sono le famose tante piccole gocce che formano un lago ……….. Sono successe non poche cose dall’ultima volta che ho scritto, tra le quali una storia che mi ha sconcertato un po’. In settembre dell’anno scorso mi sono aggregata a un gruppo di svizzeri che stavano preparando una spedizione che prevedeva la marcia a piedi di uno di loro da Timbuktu (Mali) a Marrakech sulle tracce dell’antica carovana del sale.Di fatto, Andrea è partito da Timbuktu e di tanto in tanto ha pubblicato il racconto della sua avventura sul sito di un noto giornale svizzero.A un certo punto a telefonato qui dicendo che stava per passare per l’Oasi, dato che, non avendo potuto attraversare il confine tra Algeria e Marocco, era arrivato fino alla frontiera per poi rientrare nella capitale, prendere l’aereo per Casablanca, scendere in macchina fino a M’hamid e recarsi di nuovo al confine, stavolta dal lato marocchino. Ha preteso da Labbas che gli organizzasse in un giorno sia una carovana di minimo 3 dromedari + cammellieri che doveva attenderlo al confine, sia un fuoristrada con autista che lo portasse fino alla carovana per poi proseguire a piedi fino all’Oasi.Capovolgendo tutti i nostri programmi con i clienti, siamo riusciti ad organizzargli quanto richiesto e lui è veramente apparso qui. Solo che i nomadi, esperti del territorio che lui sostiene di aver attraversato da solo a piedi e con 1 litro di acqua al giorno, gli hanno subito dato del bugiardo!Io non avrei avuto motivo di dubitare della sua storia, ma quando è sorta la discussione, ho iniziato ad osservare la persona e mi sono sorti seri dubbi: aveva i piedi come appena uscito dall’ufficio, senza alcuna traccia di callo o screpolatura e questo mi ha lasciata alquanto perplessa. I miei piedi sono un disastro- soprattutto la pelle dei talloni sembra quella di un pachiderma! Sono sì tutto il giorno in piedi e corro su e giù per l’Oasi, ma sono ben lontana dal fare 52 km al giorno in 14 ore di marcia forzata! Anche il viso e le mani non mostravano le tracce che ci si attenderebbe di una persona che ha preso molto sole camminando nel deserto!Per tagliare la testa al toro gli ho chiesto di mostrarmi il passaporto per poter credere alla sua versione: mi ha risposto che non si abbassava a tanto e non l’ha tirato fuori.È una storia strana che mi ha lasciato un amaro in bocca – tanto nessuno gli impedisce di raccontare la sua storia a tutti coloro che vogliono sentirla, ma mentire agli amici ….?!   Ma per fortuna gli incontri positivi sono di gran lunga più numerosi.Come per esempio il motociclista tedesco solitario che è capitato qui per caso in una delle sei giornate di tempesta di sabbia continua che abbiamo avuto la settimana scorsa. Visto che non se la sentiva di continuare a viaggiare nella tormenta, ha deciso di fermarsi qui per la notte e così abbiamo chiacchierato molto e, entusiasta dal progetto, mi ha dato un sacco di consigli utili. Mi ha detto che bisogna partecipare ai forum dei siti che parlano di viaggi nel deserto e mi ha anche indicato i siti tedeschi più importanti. Mi sono lanciata in questo nuovo sistema di comunicazione e sto già ricevendo i primi riscontri positivi. Inoltre, parlando della mia ricerca sulle piante medicinali, mi ha dato l’indirizzo di un suo amico che vive in Marocco e che ha piantato un uliveto assieme a una famiglia nomade. Prima di installarsi definitivamente qui faceva il viaggiatore-ricercatore di piante medicinali in tutto il mondo per i vari laboratori farmaceutici. Mi ha detto che senz’altro questo Thomas potrà aiutarmi a classificare le piante che ho già raccolto e delle quali conosco solo il nome in dialetto/lingua locale. Sarebbe un bel colpo di fortuna! La vita quotidiana qui all’Oasi è un po’ disturbata dal sostituto del nuovo cuoco che attualmente si trova a Ouarzazate per imparare bene il mestiere in un ristorante. Il sostituto è un tipo esasperante che fa finta di non saper far niente e di non vedere il lavoro. L’abbiamo soprannominato “mosca” perché ti ronza continuamente intorno e ti parla in continuazione. Devo continuamente dirgli cosa fare e poi sgridarlo perché, ovviamente, le cose sono fatte solo a metà! La tragedia è che è il cugino di grande capo che me l’ha mollato qui dicendo che la sua famiglia non vuole averlo più tra i piedi! Va bene che volevo cercarmi un lavoro nell’ambito del sociale ……… ;)) Per il resto invece i rapporti con i colleghi sono ottimi. I due cammellieri che passano di qui quando ci sono i clienti che hanno prenotato un’uscita in carovana, sono contenti di trovare tutto pulito e pronto e c’è un gran rispetto reciproco tra tutti.Anche le guide che portano qui i loro clienti durante il giorno per bere qualcosa di fresco, ormai mi conoscono e la maggior parte di loro è contenta perché vede che i clienti trovano una buona accoglienza e così mi perdonano che spesso parlo un po’ troppo a lungo con gli ospiti! La giornata-tipo inizia verso le 7 con la prima colazione che consiste in thé verde con molto zucchero, confettura di datteri assieme a olio d’oliva e pane. Poi tutti al lavoro; di solito passo la mattinata a lavare lenzuola, asciugamani, federe ecc., ma solo dopo aver fatto una lunga passeggiata con Chico all’interno dell’Oasi e dopo aver controllato l’incasso del giorno precedente e riempito il frigo di bibite.Tornando dalla camminata, passo per il grande giardino, carico sulle spalle il lenzuolo pieno di erba medica e altre piante saporite che porto alle gazzelle che mi stanno aspettando ansiose. L’altro giorno mi hanno mangiato il pane dalle mani – un’esperienza commovente! Prima di pranzo (solitamente tajine di verdura e carne), mi attacco al computer nella speranza di riuscire a  portare avanti il lavoro, ma iniziano ad arrivare i clienti, così sono costretta ad abbandonare continuamente la postazione.Prima del tramonto, altro giro con Chico, poi gli porto l’unico pasto del giorno: riso e sardine.La cena varia tra harira (una specie di minestrone), insalata marocchina (pomodori, cipolle, peperoni, cetrioli e tonno o sardine --– abbastanza dura da digerire), frittata o qualche volta spaghetti (che faccio io).Poi, se non è molto tardi e non si è troppo stanchi, qualche partita di backgammon, poi tutti a schlafen! Fondamentalmente qui si mangia tutto con le mani. Per la prima colazione, per esempio, si versa della confettura di datteri in un piattino, si versa sopra dell’olio d’oliva e si pone il piattino in mezzo alla tavola. Tutto intorno si dispongono i pezzi di pane a forma di disco e ognuno intinge dei pezzetti nella confettura, facendo attenzione di non metterci dentro anche le dita! Viene data molta importanza al lavaggio accurato delle mani prima di ogni pasto, ma in cambio tutti bevono l’acqua dallo stesso bicchiere o mangiano il cous-cous, il riso o gli spaghetti dalla  stessa terrina! La tajine è un piatto unico cotto in un recipiente piatto di terracotta, coperto da un coperchio, sempre in terracotta, a forma di cono. La carne si trova in mezzo al recipiente, sotto la verdura. Si mangia prima tutta la verdura, poi uno dei commensali distribuisce equamente i pezzi di carne tra gli astanti, facendo piccoli mucchietti davanti ad ognuno. Ovviamente si usa un coltello solo in caso di carne dura, altrimenti si divide a mano. Le parti contenenti le ossa sono le più ambite, e vengono ripulite per bene, succhiando anche il midollo.L’equa suddivisione delle parti è molto importante, ed è divertente osservare come tutti controllano attentamente di non essere svantaggiati! Avvistamenti:negli ultimi giorni ho avuto la (s)fortuna di vedere il mio secondo scorpione dal vivo – era gigantesco e si trovava in cucina! La cosa mi ha spaventata non poco e ci è voluto tutto il coraggio per fotografarlo una volta morto. Era lungo come un cucchiaino da tè!Poi, l’altra sera, sempre in cucina, è entrato un coso nero, penso sia della famiglia dei ragni, e mi dicono che è pure pericoloso!Ogni volta dico: No, no, qui non ci sto! Faccio i bagagli e me ne scappo in Italia! Ma tutti mi ridono in faccia e dicono che non è poi così grave…..Un altro motivo per ridere ho fornito loro una sera quando sono uscita dalla doccia dicendo che per il momento mi era passata la voglia di doccia, perché c’era un piccolo serpente che si aggirava sotto i lavandini. Mi hanno assicurato che non era possibile, ma poi sono venuti a vedere ed infatti era un tipo di lucertola che si muove a mò di serpente! Ciûtu c’ò savèdi jo!! Stasera c’è una calma insolita – si sentono le rane nella sorgente e non c’è un filo di vento. Si sta veramente bene, solo le minuscole zanzare incominciano a rompere, beccottandomi qua e là.Durante il giorno invece fa caldo, caldo. Ieri dei turisti mi hanno detto che c’erano 38° C – mica male per essere solo metà di aprile! Oggi siamo solo in tre a tenere il posto, perché Salém l’agricoltore ha preso 5 giorni di congedo per andare a trovare la sua famiglia. Abita a un giorno di bicicletta da qui, in un piccolo paesino nelle montagne. C’è veramente molta povertà qui – mi sono resa conto quando ho visto il bagaglio che preparava per portare a casa. Alcuni turisti mi avevano dato dei vestiti e giochi per bambini da distribuire a chi ne avesse bisogno; il personale, incluso i cammellieri, si sono subito buttati sul bottino, controllandosi a vicenda, perché nessuno prendesse più dell’altro.Questi vestiti dismessi, più qualche contenitore in plastica o in vetro per la cucina, mezza lattina di Fanta per ciascuno e un vasetto di confettura di datteri – ecco il tesoro che è riuscito a portare alla sua famiglia, assieme al salario mensile di 150.- Euro per un lavoro manuale duro, 7 giorni su 7!Ovviamente non c’è una strada  che porta al suo paesino, ma il giorno di bicicletta si riferisce a pedalare sulla pista sassosa, a riva in su! Penso che basti per il momento. Un abbraccio a tutti e alla prossima puntata.Alma