La Cina è vicina

Essere stranieri in Cina


Anche se non potete vantare colori nordici (vedi post precedente) il vostro viaggio in Cina vi insegnerà cosa significa essere "stranieri". Cominciamo con il dire che per lo più i viaggi in Cina sono di lavoro (e in questo caso verrete scortati dai vostri contatti) oppure di gruppo organizzato. In quest'ultimo caso, con la schermatura della vostra gentilissima guida, non verrete mai a contatto con la Cina reale e non vi scontrerete mai con cosa voglia dire avere a che fare con i cinesi senza un intermediario.Dopo qualche ora vi renderete contro che l'inglese non solo non è diffuso, ma che molti si vantano di non saperlo. E, anche se eravate preparati alla solita ignoranza orientale per le lingue, rimarrete davvero stupiti. Due esempi: all'areoporto internazionale di Shanghai (giusto una cittadina, no?) la dipendente della compagnia cinese di bandiera incaricata del check-in mi ha detto che l'aereo che dovevo prendere era cancellato. Non vi dico la mia preoccupazione: mi ero accordata perchè mi venissero a prendere in aeroporto in taxi, e la mia mente ha cominciato a girare vorticosamente alla ricerca di una soluzione.E ha girato per poco tempo, dato che il piccolo genio ha avuto la bella idea di etichettare in modo sbagliato il mio bagaglio, apponendo alla mia valigia un diverso nominativo. In pratica ha etichettato il mio bagaglio con il nome di un'altra persona e viceversa. Per cui, quando mi hanno chiamata ad aprire il bagaglio alla dogana, mi sono trovata di fronte a una valigia non mia e senza il biglietto dell'aereo, per giunta!Ci sono volute quattro persone per: capire il problema, ritrovare il proprietario, ritrovare il mio bagaglio e farmi il biglietto.Morale: il volo era in ritardo (di 20 minuti) e non cancellato.Tanto rumore per nulla, ma forse quelle tre/quattro parole base per uno che lavora nel turismo di inglese potrebbe impararle anche il mio gatto, e velocemente.Sempre a Shanghai (dove nel 2011 si sono tenuti i mondiali di nuoto) mi trovo in difficoltà nel fare un biglietto della metropolitana. Chiedo, cercando di farmi capire, all'impiegato che sta nello sgabbiotto della fermata People's place (come dire Duomo). Questo non solo non parla inglese (e pazienza, capiterebbe anche qui in Italia) ma si rifiuta proprio di cercare di capire e di aiutarmi, mimando con le mani il gesto del "vai via".Qualche esempio di persona gentile la troverete certamente, ma non è cosa comune.Per lo più i cinesi sono "diversamente educati" rispetto a noi e hanno una scarsa simpatia per i turisti. Invece di essere orgogliosi di poter mostrare il loro patrimonio culturale, spesso sembrano infastiditi da chi non è cinese.E, nonostante siate partiti entusiasti alla scoperta della Cina, senza pregiudizi di sorta e ansiosi di capire una diversa civiltà per poterla apprezzare, ci sarà un momento in cui inizierete a chiedervi il perchè tutta questa gente sia così piena di sè. Percepirete così in tutta la sua grandezza l'ignoranza cinese nel senso proprio del termine.Perchè in Cina, a scuola, si studia praticamente solo cinese e matematica. Li si studiano bene, certo, ma purtroppo manca tutto il resto. Non c'è stato umanesimo, insomma, e tanto meno Rinascimento. La maggior parte delle persone per educazione di regime è portata a rifiutare il diverso, mentre in genere altri popoli sono curiosi (penso solo allo sguardo placido e appunto curioso dei bambini in Tanzania).Non c'è la percezione del mondo al di fuori del loro Paese e in molti casi neppure l'interesse a scoprirlo. In genere verrete scrutati in un modo per noi offensivo ovunque andrete. Ma non stupitevi se diverse delle persone che incontrerete non vorranno avere a che fare con voi e saranno molto maleducati.Mi viene da pensare a questa scenetta: solito cinese con famiglia che si infila nell'ascensore passandomi davanti e che si attacca letteralmente al pulsante per chiudere le porte e lasciarmi così sul pianerottolo. Peccato che io abbia tenuto schiacciato il pulsante per la discesa dall'altra parte, bloccandolo così esattamente al piano dove eravamo per 10 minuti buoni con lui che schiacciava all'interno e io che lo bloccavo all'esterno.Il fatto è che non sono episodi sporadici, ma è la norma. Non so se siano così anche tra di loro, ma certo è che qui da noi rischierebbero seriamente un pugno in faccia dopo qualche ora e che evitare di darglielo sarà per voi una notevole prova di autocontrollo.Ricordatevi anche che, in quanto stranieri, sarete il naturale bersaglio di ogni venditore. Appena entrerete in qualsiasi negozio, in ogni mercatino, perfino negli shop dei musei, verrete bloccati da uno stuolo di venditori feroci. E se, per disgrazia, porrete la vostra attenzione su qualche oggetto, non vi molleranno più, sparandovi un prezzo altissimo che dovrete contrattare, e forzandovi a comprare a tutti i costi con grande velocità. Non fatelo, e guardate molto bene i prodotti. Spesso sono difettati e vi vorranno vendere quelli in esposizione. Con un pochino di fatica riuscirete a comprare quelli ritirati. Inoltre, le scatole spesso sono grandi. Nelle valigie potrebbero anche non stare. E' meglio vederle prima di acquistare. Se volete comprare delle cose belle (e ci sono) state lontani dai mercatini. E' lì che si concentra tutta la paccottiglia dei souvenir. In questo, debbo ammetterlo, sono democratici. I brutti souvenir sono destinati a tutti, cinesi e non. E allora, siate magnanimi, e lasciateli agli autoctoni, che saranno ben felici di portarsi a casa una bambolina Made in Laos, o una palla di vetro fatta in Cambogia come ricordo del loro viaggio.