Viburno rosso

Supereroi al contrario


Mercato della frutta e verdura in una delle zone più popolari della capitale. Orario di chiusura.Quattro buste in una mano, tre nell’altra: a quest’ora si fanno ottimi affari. I commercianti sono stanchi, hanno fretta di chiudere e liberarsi di quello che non hanno ancora venduto.-       Tanti auguri, tanti auguri!Penso al solito Babbo Natale di turno, anche perché con la coda dell’occhio sbircio qualcosa di rosso. Mi giro, e mi ritrovo davanti un pomodoro da un metro e ottanta. È in compagnia di un barattolo di conserva della sua stessa stazza; con loro anche un tizio che spinge un enorme carrello riempito di lattine di una nota marca di pelati e le distribuisce ai presenti: una trovata pubblicitaria che, considerati luogo e ora, non sposterà di un millimetro il consenso del consumatore verso il prodotto.   Il ragazzo bengalese che mi ha appena venduto i peperoni e le patate mi guarda interrogativo.-       Cos’è? - mi chiede-       Sugo – dico – ci prepari la pasta!-       È sugo questo! – grida, mostrando il barattolo al suo vicino di banco.Sorridono. Come si sorride quando impari una cosa che prima non sapevi e per un po’ ti rimane sul viso un’espressione tra il buffo e il divertito. Un guizzo di sorpresa sull’encefalogramma piatto della loro pacata rassegnazione. Mettici pure che sono lì dall’alba a scaricare cassette di frutta.Provo un improvviso senso di straniamento, se non fosse per i manici di plastica dei sacchetti della spesa che mi segano le dita, richiamandomi alla realtà. Tra il comico e il grottesco, il passo talvolta è brevissimo. Non posso fare a meno di pensare al pomodoro gigante. Sotto gli strati di gommapiuma, c’è polpa di uomo:  dalla voce e dall’altezza  si capisce che non è più un ragazzino. Magari tiene pure famiglia. E lo stesso il barattolo di pelati.Chissà cosa raccontano ai loro figli quando la mattina escono per andare a lavorare? Di quali aneddoti riempiono i loro orizzonti di gloria? Me li immagino che si svestono in ascensore, prima di rientrare a casa. Supereroi al contrario. Si sfilano la maschera per nascondere al mondo la loro identità segreta.Quella grazie alla quale anche oggi hanno portato in tavola un piatto di pasta.Presumibilmente al sugo.