Viburno rosso

Strategie omeopatiche di comunicazione


Rimedi omeopatici.Curano il simile con il simile. A patto che il rimedio che provoca i sintomi del disturbo venga assunto in forma diluita.È questo il principio a cui deve essersi ispirato il responsabile della comunicazione del noto Movimento, quando ha deciso di respingere l’accusa di provocazioni sessiste con un'ulteriore provocazione sessista.  Il tono goliardico da gita di terza media con cui ha dato forma alla sua replica gli sarà sembrata un’adeguata diluzione del rimedio. Una spiritosata, insomma! Come anche quell’implicito accenno alla scarsa appetibilità della sua interlocutrice a scongiurare il rischio di un’eventuale aggressione sessuale:Cara Laura, anche se noi fossimo dei potenziali stupratori … tu non corri nessun rischio!Una di quelle battute da pullman scolastico a cui è lecito rispondere, fintanto che si è nell’età puberale:Perché tu ti sei mai guardato allo specchio?Diritto di replica a cui ovviamente rinuncia chiunque sia oramai sceso da quel pullman, se non altro per superati limiti di età. E decenza.Un’uscita infelice, che, vestita dei lievi abiti dell’ironia, rimanda al più maschilista dei luoghi comuni, quello abitato da un’idea di donna che non solo è consenziente, ma financo riconoscente, di venire abusata. Perché è una donna che ha bisogno di riconoscersi come oggetto di interesse sessuale per dare un senso alla sua "femminilità". Pertanto nel rovesciamento di riferimenti praticato dal paradosso umoristico, il “rischio scampato” diventa il “piacere negato”, giacché il disprezzo del grande comunicatore verso la sua interlocutrice prende la forma del rifiuto sessuale. “Ti piacerebbe eh?” recita il sottotesto dell’arguta battuta.Oltre ad essere inappropriato sul piano del contenuto, il ricorso all’ironia lo è anche sul piano della forma, perché viola una delle principali regole della comunicazione pubblica.Ovvero quella dell’appropriatezza del ruolo, dal momento che l’autore di questa raffinata interlocuzione agisce non nelle vesti di privato cittadino, ma nel suo ruolo istituzionale di addetto alla comunicazione del Movimento. Si tratta di un grossolano errore comunicativo, che autorizza il destinatario finale di questo messaggio – le donne tutte, e chiunque abbia caro il tema della violenza contro di loro – ad attribuire all’intero Movimento la responsabilità delle affermazioni sessiste implicite nel sottotesto.  Pertanto, prima di tacciare di pregiudizio ideologico chi raccoglie questo messaggio, sarebbe opportuno che all’interno del Movimento stesso ci si chiedesse come viene gestito il potere comunicativo e soprattutto, nelle mani di chi viene affidato. Questione che apre a considerazioni più generali sulla gestione dell'informazione sulla rete, canale che per sua stessa natura è afflitto da un'incurabile presunzione di democraticità.Ma forse che proprio l’addetto alla comunicazione mostri evidenti carenze sul piano comunicativo rientra in quella strategia omeopatica di cui sopra. Del resto similia cum similibus curantur.