Viburno rosso

Giostre eoliche


Il vento spazza i residui di mattinata dalla terrazza del caffè e li avvita in mulinelli.Uno scontrino insegue delle foglie secche, una pagina di giornale si avvolge attorno a dei fiocchi di polline.  Piccole giostre accese di sole: ci passo in mezzo cercando di non calpestarle. Il giradischi dei pensieri mette su una musica da luna-park e fa partire il ricordo di un ricordo: tre tiri - mille lire, e un pesciolino rosso da portare via in un sacchetto  pieno d’acqua.   E se poi si rompe il sacchetto, pensavo, intimorita ed insieme eccitata al pensiero di maneggiare quell’involucro sfuggente? Un desiderio sbiadito e abbandonato senza essersi mai realizzato. Il pesce rosso salta fuori con un guizzo dall’acquario della memoria e a girarmi attorno ai piedi rimangono solo vortici di sporcizia e detriti di marciapiede.Certe volte, in alcune giornate gelide e terse di primavera, il sole tende un inganno di tepore a cui la fantasia subito si aggrappa, opponendo una tenue e strenua resistenza al vento che cerca di soffiarli via. Entrambi.