Viburno rosso

Osservazioni a margine di una serata come tante altre


 Ieri sera mi è capitato di vedere la serata d’apertura di Sanremo. Cioè, di sentirla. Cioè, più precisamente, ieri sera, nella scarrellata serale televisiva, mio figlio mi ha chiesto il permesso di lasciare su Sanremo. Del resto ha dodici anni, l’età media del pubblico medio della grande kermesse canora.Io, da parte mia seguivo distrattamente lo spettacolo in differita spaziale dalla cucina. I piatti in lavastoviglie, il formaggio in frigo, ma nel reparto in basso, le bucce del mandarino nell’organico, il tappo della bottiglia del vino … boh. Perché il sughero va nell’organico, ma quello in materiale plastico pressato mica ho mai capito bene se va nella plastica o nell’indifferenziata?  In salotto intanto cantavano, presentavano, applaudivano. E io davo il mio contributo fattivo alla serata aggiungendo qualche commento fuori campo.Fino a che ad un certo punto la mia attenzione ha captato questa frase: “Ecco a voi la famiglia più numerosa di Italia”Il tono era quello entusiastico delle grandi presentazioni. Così ho spento l’aspiratore della cappa, che avevo acceso per mandar via l’odore di fritto delle cotolette panate, e mi sono messa ad ascoltare.Ora, presentare la famiglia più numerosa di Italia, può soddisfare curiosità di tipo statistico, sociologico, se vogliamo anche antropologico. Una famiglia del genere sicuramente costituisce una fonte inesauribile di aneddotica alla “Strano ma vero” della Settimana Enigmistica: io, per dire, se vivessi 16 fratelli, sarei curiosa di sapere come si fa la mattina per i turni in bagno. Che se hai un bagno solo, e ognuno ci mette anche solo 10 minuti, il giorno che sei ultimo ti tocca aspettare quasi tre ore. E invece il pater familias, intervistato sulle peculiarità di questo curioso ménage, non riesce a dire nulla di più stringente che “Ringrazio Nostro Signore”. Concetto che viene successivamente ribadito nella variante “Ringrazio il Signore Nostro!”.“Ma come fate ad arrivare a fine mese?”,  incalza Carlo Conti, che oramai siede saldo in sella al cavallo del familismo italico. “Grazie alla Divina Provvidenza!” è la convincente risposta del prolifico padre.Quello che mi domando è se nel giorno che in cui la Corte di Cassazione ha ribadito che non vi è obbligo di estendere alle coppie omosessuali il diritto al matrimonio, questa sia la riposta più sensata che una tv pubblica, e si spera, laica, possa offrire. Una risposta che riduce il senso profondo della famiglia all’esaltazione della prolificità e della riproduzione incontrollata. Del resto la riunione di Al Bano e Romina, di nuovo insieme dopo 25 anni sul palco dell’Ariston a cantare Felicità, seguita a fine esibizione dalla richiesta rivolta dal presentatore ai due cantanti di prendersi per mano e darsi un “bacino”, risolve ogni mio dubbio circa i falori fondanti della tv generalista: buonismo ruffiano e dichiarata ipocrisia.E comunque nel dubbio, quando una cosa non sai dove buttarla, gettala sempre nel secchio dell’indifferenziata! E ricordati di svuotarlo molto spesso.