Viburno rosso

Accerchiamenti estivi


E poi all’improvviso si mette a piovere. Come un ospite inatteso che ti bussa alla porta – Sai, passavo da queste parti – un istante dopo che ti sei levato le scarpe e hai tirato fuori il tuo lato sociopatico.Piove con insolenza e il diluvio lava via la linea d’orizzonte, quella sottile riga blu che separa il cielo dal mare. Tutto diventa color tristezza: un grigio perentorio, che sfonda gli argini inghiottendo riferimenti e certezze.Non c’è più un sopra e un sotto, un prima e un dopo, un inizio e una fine: mi sento intrappolata in un miraggio circolare. Tutto si mescola in questa estate di adolescenza incipiente e senilità terminale, di ibuprofene e giovane testosterone, di zampironi e deodoranti maschili, di pizze ripiene e sugo sull'asciugamano, di scottature e solari dimenticati nel cassetto, di programmi annullati, di attese al pronto soccorso, di biglietti in tasca per destinazioni ferite, comprati  in epoca non sospetta nonostante un inspiegabile turbamento mi suggerisse da giorni di tenere alta la guarda. Ho deciso, a Nizza andrò comunque, perché sono viva e finchè posso è così che voglio sentirmi. Ci andrò nonostante tutti i nonostante che in questo momento tengono in ostaggio la mia estate.Però se dopo la pioggia riapparisse la sottile riga blu che divide il cielo dal mare, almeno saprei da che parte sollevare la testa per riprendere il respiro.