2 passi tra le righe

"La signora col cagnolino" di Anton Cechov


Che costumi selvaggi, che gente! Che notti insensate, che giornate squallide, pallide! Giocare freneticamente a carte, rimpinzarsi, ubriacarsi, parlare di continuo sempre della stessa cosa. Le faccende inutili e i discorsi sempre uguali portano via la parte migliore del tempo, le forze migliori, e alla fin fine rimane una vita storpiata, senza ali, senza senso, e non si può andarsene e fuggire, come se si fosse in manicomio o ai lavori forzati!La sua testa cominciava ormai a incanutire. E gli parve strano di essere tanto invecchiato negli ultimi anni. Tanto imbruttito. Le spalle sulle quali poggiavano le sue mani, erano calde e tremavano. Provò compassione per quella vita, ancora così calda e bella, ma, è inverosimile, già vicina a sbiadire e ad appassire come la sua vita. Perchè lei lo amava tanto? Lui era sempre apparso alle donne non com'era, e in lui non amavano proprio lui, ma un uomo creato dalla loro immaginazione e che loro nella loro vita avevano cercato avidamente; e poi quando si erano accorte del loro errore, lo avevano amato lo stesso. E nessuna di loro era stata con lui felice. Il tempo passava, lui faceva conoscenza, si metteva insieme, si separava, ma nemmeno una volta aveva amato; era quello che si voleva , ma non amore. E solo adesso che la sua testa diventava grigia amava come si deve, davvero per la prima volta nella sua vita