2 passi tra le righe

"Gertrud" di Hermann Hesse


Là dove avevo cercato godimento, elevazione, splendore e bellezza, trovai soltanto esigenze, regole, doveri, difficoltà e pericoli... Ero uno dei tanti che sono andati incontro all'arte con giovanile impudenza e le cui forze hanno ceduto non appena le cose si son fatte serie.E mentre dentro di me stavo bene o male , la mia energia però, sovrastava tutto pacificata, osservava e ravvisava il chiaro e il buio fraternamente uniti, il patimento e la quiete come ritmi e forze della medesima, grandiosa musica ... riuscivo a udirla , riuscivo a percepire dentro di me il mondo come tonalità ... sicchè come un uccello che tenti il volo, in tutta innocenza comnciai a scrivere la mia sonata ... Ignoravo se si trattasse di buona musica, sapevo però ch'era musica tutta mia, vissuta e nata dentro di me e mai prima udita.Eccomi dunque strappato al mio romitaggio e alla mia inutilità e trascinato dentro la corrente della vita: avevo speranze e preoccupazioni, timori e gioie. Non vi era nulla che mi trattenesse, e i miei genitori furono lieti di vedermi prendere l'avvìo e fare un primo passo decisivo nella vita.Le vedevo tutte quelle persone appassionate, vacillare come travolte da bufere e agitarsi nell'incertezza: quell'uomo martoriato dal desiderio oggi, dalla sazietà domani, amante fosco capace di troncare brutalmente, insicuro in ogni inclinazione e mai contento dell'amore, e quelle donne estasiate disposte a tollerare offese e botte, respinte alla fine eppure ancora attaccate a lui, degradate dalla gelosia e dall'amore disprezzato, fedeli come cani ... Piansi lagrime indignate, rabbiose, per quelle persone, per il mio amico Muoth, per la vita e per l'amore; e lagrime più silenziose, più segrete per me stesso, che vivevo in mezzo a tutto questo come sopra un'altro pianeta, che non capivo la vita, che mi struggevo per l'amore ed ero costretto a tenermelo.Occorreva ch'io trovassi un qualche ponte di comunicazione con gli altri, dovevo in qualche modo poter vivere accanto a loro senza figurare sempre come il soccombente. Se non vi era dunque altra via, forse la mia musica era adatta a tale scopo. Se non volevano amare me, sarebbero stati costretti ad amare le mie opere.Tra Gertrud e me non sorse imbarazzo alcuno, procedevamo immersi nella medesima corrente, lavoravamo alla medesima opera, sia per lei che per me era un fiorire di maturate energie giovanili, una felicità e un incanto in cui ardeva invisibile la mia passione. Lei non faceva distinzione tra la mia opera e me, amava entrambi ed era nostra, e anche per me amore e lavoro, musica e vita  non erano più separabili.Ed ecco espandersi e risuonare adesso, ben nota eppure a me estranea, la mia opera, che non aveva più bisogno di me e possedeva ormai una vita propria. Piacere e fatica dei giorni passati, speranze e notti insonni, passione e struggimento di quel tempo, eccoli qui disciolti e travestiti di fronte a me: le emozioni di ore segrete risuonavano libere e lusinghevoli, nella sala, per mille cuori estranei.Le persone fanno valere in modo strano i loro diritti su un nome sorto a notorietà: non esiste differenza tra fanciullo prodigio, compositore, poeta, rapinatore. L'uno vuole averne il ritratto, l'altro l'autografo, il terzo mendica denaro, ogni giovane collega invia i propri lavori, colma di lusinghe e richiede un giudizio; e se non si risponde o si esprime il proprio parere, quell'ammiratore diventa a un tratto pungente, villano e vendicativo.