2 passi tra le righe

"Firmino" di Sam Savage


Li ricordo tutti benissimo. Dei mostri. Persino ciechi e nudi, soprattutto nudi. Lungo gli arti, muscoli e tendini simili a tanti piccoli rigonfiamenti, o almeno così mi sembrava allora. Soltanto io sono nato con gli occhi spalancati, ricoperto da una pudica peluria di soffice pelliccia grigia. Ero anche gracile. E, credetemi, essere gracili è una cosa terribile quando si è piccoli. Talvolta mi piace pensare che i primi istanti in cui ho lottato per venire al mondo fossero accompagnati a mò di marcia trionfale, dalla distruzione di "Moby Dick".Il che spiegherebbe la mia straordinaria propensione all'avventura.Come accade a molti piaceri illeciti, inizialmente innocui, masticare la carta divenne ben presto un'abitudine, a suo modo impellente, e poco dopo una forma di dipendenza, una fame insaziabile.All'inizio mi avventavo senza andare troppo per il sottile, in modo indifferenziato, abbandonandomi a un'orgia insaziabile ...ma presto cominciai a notare delle sottili differenze. Notai prima di tutto, che ogni libro aveva un sapore diverso: dolce, amaro, aspro, agrodolce, rancido, salato, agro.All'inizio mangiavo lasciandomi guidare soltanto dal gusto, rosicchiando e masticando dimentico. Ma ben presto cominciai a leggere, quà e là, lungo i bordi dei miei pasti e, con il passare del tempo, quanto più leggevo tanto meno masticavo finchè, in ultimo, presi a dedicare quasi tutte le ore di veglia alla lettura, masticando solo nei ritagli di tempo. Oh, come mi rammaricai allora di tutti quei buchi spaventosi!Il mondo fuori dal mio adorato negozio di libri era tutto un divorarsi a vicenda in una feroce competizione, un si salvi chi può. Ogni cosa era lì , pronta a colpirci a morte, implacabile. Le probabilità di vivere un anno erano pari a zero ... Se c'è un merito da riconoscere  alla letteratura è che infonde un senso di fatalità. Niente, più di una vivida immaginazione, riesce a privare una persona del suo coraggio. Non ho mai avuto molto coraggio, nè fisico nè di qualsiasi altra natura, ed è stato duro riconoscere quanto fosse insulsa la mia esistenza, ordinaria com'era, e priva di una storia di cui incarnarsi. Così, molto presto, cominciai a consolarmi con l'idea assurda, ridicola, di avere davvero un Destino. Cominciai a cercarlo nei libri appunto, viaggiando nello spazio e nel tempo.Nonostante fossi loquace fino al cicaleccio più inverosimile, ero condannato al silenzio. Il punto è che ero privo di voce. Tutte le frasi meraviglioseche si libravano in volo nella mia testa come farfalle, in realtà, svolazzavano dentro una gabbia da cui non sarebbero mai uscite.Tutte le parole incantevoli che rimuginavo e mimavo a fior di labbra  nel silenzio strozzato del mio pensiero erano inutili come migliaia, o forse milioni di parole che avevo stracciato via dai libri e ingoiato;frammenti sconnessi di interi romanzi, opere teatrali, poemi epici, diari intimi, confessioni scandalose: tutto buttato via, muto, inservibile, sprecato. Non mi dava fastidio il fatto che bevesse ... ma odiavo quei periodi di depressione. Tutta la sua sotterrranea disperazione, tutta la tristezza e la disperante rassegnazione che si trovavano nei suoi libri, affioravano piano piano verso la superficie della sua vita, montando e riversandosi come bollicine nei suoi occhi, velandogli il viso ... Come probabilmente avrete ormai intuito, io stesso sono un tipo piuttosto incline alla depressione  e so tutto sui diciasette tipi di disperazione ... Quando qualcuno disperato ti dice come sia insensibile e crudele il mondo e quanta sofferenza inutile ci sia nella vita e quanta solitudine, e tu ti trovi a concordare con lui proprio su ogni punto, tutto ciò ti mette in una situazione difficile, e non sai cosa dire.Vi chiedete perchè dunque mi lagni adesso dinanzi a una nuova possibilità di camuffarmi, all'occasione d'oro che mi si offre di rannicchiarmi inosservato dietro le impenetrabili sembianze di un animaletto che ispira tenerezza?... la differenza tra assumere una maschera, che è sempre un'occasione di libertà, e averla imposta è la stessa che intercorre tra un rifugio e una prigione. Sarei stato ben felice di attraversare l'intera esistenza a passi decisi, magari un pò goffi, ricoperto della corazza di pelliccia del mio travestimento da animaletto domestico, se fossi stato persuaso che avrei potuto sbarazzarmene in qualsiasi momento lo desiderassi, strappare via quella adorabile faccia tenera e far balzare fuori la creatura che sapevo di essere ... Non l'avrei mai fatto, certo, ma mi piaceva la sola idea di farlo.Penso sempre che ogni cosa durerà in eterno, ma non è mai così. In realtà, niente esiste per più di un istante, tranne ciò che custodiamo nella memoria. Cerco sempre di conservare dentro di me ogni momento - preferirei morire piuttosto che dimenticare.Non avevano mai visto niente di simile, un angelo nudo che portava con sè un ratto. Danzammo a lungo, ancora più veloci, mentre la musica cresceva. Un ballo folle, frenetico. Poi, a un tratto, la musica cessò. Nella stanza piombò un silenzio assordante e le pareti tornarono all'improvviso al loro posto. Lei si abbandonò all'indietro sul letto. Rideva, continuando a stringermi a sè. Sentii il suo petto levarsi e ricadere sotto di me, poi la stretta dellle sue dita allentarsi sul mio dorso e, quando sollevai lo sguardo, vidi che aveva gli occhi chiusi. Mi divincolai e lentamente presi ad avvicinarmi furtivo al suo viso, annusando l'odore del suo collo e il tepore profumato che emanava dal suo respiro. Sul labbro superiore luccicavano piccoli diamanti di sudore. Li sorbii uno ad uno. Erano salati. In seguito alle mie letture, avevo appreso che anche le lacrime avevano quel sapore lì. Lei si tirò su, facendomi cadere all'indietro sul letto. - Il tempo è scaduto, - disse.