2 passi tra le righe

"Quando eravamo eroi" di Silvio Muccino


Ecco, io non voglio più aspettare e ho deciso che la prossima volta inizia ora. O meglio, fra tre giorni, quando avrò detto addio alle uniche persone che hanno davvero contato qualcosa negli anni più incoscienti e liberi della mia vita. Eccoli qui, i miei amici. Una vecchia foto che ci ritrae quindici anni più giovane troneggia sul desktop del mio computer, e la sua sfacciata bellezza quasi mi ferisce. E' talmente piena di vita e ostinata a non morire che non mi sorprende che il suo ricordo sia sopravvissuto a questo silenzio forzato durato troppo a lungo, a questo abisso che ho messo tra me e loro e che ormai mi appare incolmabile. Sembra essere saltata fuori di sua spontanea volontà per ghermirmi, sfidarmi, ridere di me e delle mie sicurezze ora che sto per compiere quello che considero l'atto più oltraggioso e spregiudicato della mia vita.Eravamo cinque alieni. Cinque creature testardamente determinate a sfuggire da qualunque definizione, qualunque categoria, qualunque incasellamento. Eravamo diversi da tutti. troppo strani per essere normali, troppo normali per essere alternativi. Eravamo cinque alieni in cerca di una casa, di un pianeta o di una stella dove non sentirci costantemente inadeguati, diversi e dove essere al sicuro. Non trovandola, la costruimmo noi quella stella.Ma dal giorno in cui me ne sono andato non ho mai smesso di cercare la strada di casa. Non importa quanto lontano andassi, quanto mi sforzassi  di trovare una mia collocazione nel mondo,  non mi sono mai più sentito me stesso come in mezzo a loro quattro, mai più a casa come su quella stella."Cari alieni,Non so come iniziare questa lettera che arriva con quindici anni di ritardo, se non in un modo: immaginate che questa sia la scena del film in cui il figliuol prodigo torna a csa per comunicare alla sua famiglia che gli resta poco da vivere. Ecco immaginate di essere dentro a questa scena. Voi siete la mia famiglia a cui mi rivolgo e a cui chiedo solo ascolto. Forse non ho il diritto di farlo, dopo il modo in cui sono sparito, ma questa è la scena in cui il cronometro segna un inesorabile conto alla rovescia e ormai non resta più molto tempo.Questa è la scena in cui, dopo tanto rimandare, i nodi vengono finalmente al pettine e a me non resta che chiedervi di starmi a sentire. Sto per tornare in Italia. Il prossimo weekend lo passerò in Umbria che è stata la nostra tana per cinque anni. Dopo di chè verrà messa in vendita e degli anni trascorsi non resterà più traccia. Ecco questa è la scena del film in cui per amore di ciò che è stato vi chiedo di trascorrere questi tre giorni con me per  dirle addio e per ascoltarmi. So di suonare melodrammatico ma queste scene lo sono sempre. Potrete mandarmi a fanculo, perdonarmi, capirmi o odiarmi se volete. Certo potreste anche non venire a questo appuntamento,  ma vi perdereste la scena madre più sensazionale della nostra storia. Scusatemi se non so essere piu chiaro  di così. Forse bastava dire: ho bisogno di voi, miei meravigliosi Alieni. Alex"Torquemada - Come non mi vergogno di ammettere che per tuttigli anni del liceo sono stato poco più di una comparsa, nella mia vita e in quella dei miei amici. Una comparsa  anche piuttosto antipatica probabilmente, ma non ci posso fare nulla se non sono tenero come Melzi, bello come Rodolfo, o affascinante come Alex, nè una fica spaziale come Eva. Solo una cosa è certa: ero e sono il più intelligente di tutti. Il più brillante. Forse ero troppo avanti per la mia età. Forse lo sono ancora, mia madre me lo ripete ogni giorno. Poco importa. Ho smesso di provare a mimetizzarmi con i miei coetanei. Gli Alieni sono stati le uniche persone che non mi hanno mai chiesto di essere qualcosa di diverso da ciò che sono. La mia più grande scivolata sono stati loro, gli Alieni. Il più bell'errore della mia vita. Si perchè quando li ho conosciuti, a differenza degli altri, loro mi sono entrati sotto pelle, hannotrovato il modo di oltrepassare quella barriera di indifferenza che avevo eretto e lo hanno fatto dandomi l'unica cosa di cui ero sprovvisto: amore. E forse è per questo  che li odio  così tanto quando li vedo buttare via la vita in questo modo. Perchè in loro io vedo il potenziale che non trovo in me stesso e quindi li sprono, con tutta la mia brutale sincerità a fare meglio, a dare il massimo... e se ora odio Alex così tanto è solo perchè lo amo troppo.Eva - La nostalgia, come una morsa feroce, la aggredì allo stomaco e lei non potè non avvicinarsi a quelle lenzuola per sentire se ancora parlavano di lei. E di Alex. Le sfiorò appena con la mano. E in quel preciso attimo le immagini dei loro corpi nudi che si rotolavano ansimanti in quel letto le sfilarono rapidamente davanti agli occhi come fotogrammi di un film che sentiva non essersi mai del tutto concluso.Si allontanò velocemente dalla stanza ... Scendendo i gradini si ripetè che era stato un errore tornare in quel posto, che sarebbe stato meglio dare retta a Rodolfo e lasciare che il passato restasse chiuso nel cassetto dove era stato messo. Sarebbe stato meglio per tutti ... " E adesso, guardando questa tavolata di persone dagli occhi nuovamente vivi, solo per lui, mi rendo conto che  lo ha fatto di nuovo, il suo gioco di prestigio del cazzo, il suo miracolo, la sua magia. Ci ha rimessi insieme. Come tanti pezzi di un unico cuore smembrato e mai più ricucito dal giorno della sua partenza. Rodolfo - L'elastico che avevo teso in quegli anni e che potevo finalmente spezzare, finì per farmi schiantare esattamente nel punto in cui ero partito. E se ora odio Alex con tutte le mie forze è perchè so che è colpa sua. Perchè ha coltivato le mie illusioni per poi farmele franare addosso. Ma soprattutto perchè  mi ha mostrato ciò che muove il mondo, il mio mondo; l'odio. Non l'amore. Per vendetta mi presi la sua donna, anche se forse è più corretto dire che ci raccogliemmo a vicenda. Anche Eva come me proveniva da una famiglia che si reggeva sul mantenere un decoro esteriore, mentre la polpa del frutto marciva e corrodeva ogni sentimento d'amore. Ci sentivamo più forti insieme, e determinati a fare in modo che la nostra vita prendesse una direzione del tutto diversa da quella dei nostri genitori. Ma fu Alex a farmi credere che potevo davvero farcela.Melzi - Si dice che sono le radici a rendere più forte l'albero, che più esse vanno in profondità più il tronco è capace di sopportare qualunque tipo di vento e di sopravvivere al caldo torrido della neve. Ho sempre pensato che questo valesse anche per  gli esseri umani. Perchè sono le radici a renderti saldo, stabile, sicuro di te nella vita. Forse è per questo che io, forte, non mi ci sono mai sentito. Perchè io non ho radici. E quelle che mi hanno dato i miei genitori adottivi sono così fragili e superficiali che bastano appena ad ancorarmi al terreno. Ho passato la vita cercando di farmi amare, di farmi accettare, sicuro di non valere niente, di non meritare nulla se non compassione, perchè se perfino i tuoi veri genitori ti rifiutano, che speranze ci sono che gli altri ti accettino? Mi sono nutrito in modo bulimico di ogni grammo d'amore o di gentilezza che ho ricevuto,esattamente come ho fatto col cibo: senza mai esserne sazio e senza mai permettergli di rinforzarmi. Solo di ingrassarmi. "Radici". Questo era il libro che aveva scelto per me ... All'interno aveva scritto una piccola dedica a penna: "A Melzi, perchè possa affondare le sue radici nella nostra amicizia".Passando davanti allo specchio osservò il viso sfatto dal trucco per via della pioggia, i capelli bagnati e corti si erano arruffati sulla fronte. Guardandosi pensò che assomigliava a un vecchio mimo di strada che aveva finito la sua rappresentazione, o a un clown triste che poteva finalmente arrendersi alla stanchezza e togliersi quel ridicolo mascherone di dosso, ma più di tutto pensò di assomigliare a sua madre, quando, concluso uno spettacolo, rientrava in camerino e si sedeva davanti allo specchio per affrontare quel lento rituale di svelamento che la riportava fuori dal personaggio. In quel momento si sentì esattamente come lei. La rappresenatazione che aveva messo in atto per i suoi amici era terminata e poteva finalmente dire addio al personaggio Alex, per iniziare a vivere la sua nuova identità.