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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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"I grani inutili del rosario del rimorso"

Post n°1080 pubblicato il 05 Novembre 2012 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Dopo il suo esordio letterario, segnalato da inedito al Premio Calvino, con “Le strane abitudini del caso (pagg. 88, euro 8)”, che era un libro sulle varie declinazioni dell’attesa, lo scrittore partenopeo Giuseppe Pompameo ritorna con “E per dolce mangia un cuore (pagg. 120, euro 9)”, sempre per le edizioni “Scrittura & Scritture” di Corso Vittorio Emanuele, delle sorelle napoletane Chantal ed Eliana Corrado. Il testo sarà presentato mercoledì 7 novembre alle ore 18 presso la libreria "Feltrinelli" di Via S. Tommaso D’Aquino alla presenza dell’autore, della scrittrice Carmen Pellegrino e con le letture di Raffaele Ausiello. Cinque racconti che ci danno conto di uomini in balia di una vita piena di rimorsi che rendono vano lo scorrere ordinario del tempo. In “La giostra davanti al mare” il cane Lindbergh ed il bambino Valentino sono stati espulsi dalle loro vite precedenti e gettati in pasto alla vita di strada, che li colma di pensieri stupefatti fino al redde rationem tra l’indifferenza di macchine già conosciute. In “Barrìo notte” un suonatore di pianino, Osvaldo, vive la sua notte con i suoi pochi amici in una viuzza di periferia di Buenos Aires, trasformando il suo rimorso oscuro in un morte violenta che svela l’identità farlocca del suo delitto. In “E per dolce mangia un cuore” in un localino sopra il Tevere in una Roma afosa di settembre, il cameriere Teo Cruciani assiste alle conseguenze di un suo amore extra coniugale. “Il rumore bianco dell’inverno” è lo scontro tra il sogno e la realtà dei possibili destini di Lusina, che aveva sognato di diventare un’etoile a Parigi. In “Al Cafè Atlantico” l’aspirante suicida Luis Dimas è  in bilico sul parapetto della vita con il Tejo che lo invita a correre verso l’Atlantico. Di Pompameo resta la sua lingua, riconoscibile, che con uno stile classico e sospeso fa tanto bene a chi ama le parole che interrogano gli animi.

Vincenzo Aiello

 
 
 
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