Il Sole di Stagno

"Chiedo scusa per la digressione"


Come la primavera ritorna Erri De Luca con il suo ultimo "Il torto del soldato (pagg. 88, euro 11; Feltrinelli) un racconto a due facce che ci mette a nudo l'officina di costruzione della sua arte narrativa. Nella prima parte protagonista è lo stesso De Luca che, nelle sue amate montagne, ci fa entrare nella sue abitudini di traduttore dall'antico yiddish di un romanzo di Singer. Due finali per La famiglia Moskat, il ricordo della resistenza del ghetto ebraico a Varsavia, le somiglianze tra l'yiddish ed il napoletano "lingua di folla, tronca". Nel secondo racconto che si intersecherà con il primo protagonista è la figlia putativa di un criminale di guerra che ha l'ossessione della kabbalà ebraica con le sue coincidenze tra numeri e significati, dove cerca di riesumare antiche, annunciate, sconfitte del passato. La figlia invece cerca equilibri tra nudità e corpi sospesi da un mare infantile di Ischia. Sulle Dolomiti l'incontro tra la ragazza ed il vecchio sordomuto ischitano (?) che porterà la storia ad un finale apocalittico. Di certo resta la specifica capacità di costruire ed evocare storie di De Luca con quel suo linguaggio istintuale frutto di una vocazione alla solitudine e di un attitudine maturata nel confronto-preghiera (?) con le scritture sacre agli ebrei. Un tale concentrato di poesia che ti costringe ad un lettura lenta, che porta ad un retrogusto saporito, che ti fa rallentare, ed apprezzare di più la caotica vita odierna.Vincenzo Aiello