Il Sole di Stagno

"La noia e le forme rare della bellezza"


La casa editrice Sellerio ha un merito tra i tanti: quello di riuscire a scovare autori di qualità seriali, che quasi sempre rimangono editorialmente a Palermo o che, a volte, consegna al mainstream letterario nazionale. Una delle ultime trovature - per dirla con il maestro Camilleri - è il pisano 38enne Marco Malvaldi che assegnista di ricerca presso Chimica ha deciso - come il suo primo emulo Giordano - di scrivere: e di scrivere romanzi gialli. Io ho ha avuto la ventura di leggerlo già nell'edizione "Trilogia del BarLume (pagg. 426, euro 18; Sellerio)" che è il suo primo meridiano contenente "La briscola a cinque", "Il gioco delle tre carte", "Il re dei giochi". I primi suoi tre romanzi - l'altro è il giallo storico "Odore di di chiuso" - che portano alla ribalta dei lettori il barrista-matematico Massimo Viviani titolare del BarLume, appunto, che con il suo coro greco di beneficiari dell'Inps, il nonno brontolone Ampelio, Pilade Del Tacca, il pingue impiegato comunale, il ristoratore Aldo ed il fascista Rimediotti,  costituisce una posse comica di indiscussa resa narrativa. Beh, non ci credereste ma il Viviani oltre che preparare delle piadine di un indubbio flavour gastronomico è costretto ad improvvisarsi tutore del commissario locale di Pineta il calabrese Fusco che come investigatore vale come il due di picche. Mentre Massimo è in giro a parlare da solo per accendere la luce della stanza di Leonardo Sciascia che porta alla luce dei fatti i responsabili dei delitti, la rossa Tiziana fa gli straordinari al Bar dando in pasto agli astanti le sue meravigliose puppe. Insomma un bel microcosmo che però è attraversato da un bel gioco linguistico che mischia italiano e dialetto di Pineta e da un'altra luce: quella dell'intelligenza dell'autore che è un mezzo per descrivere questo tempo tagliacazzi che tutti stiamo attraversando in apnea.Vincenzo Aiello