Il Sole di Stagno

"Fare memoria delle radici porta ad un dialogo franco"


Con la visita, ieri, nel giorno dell’Immacolata, di S.E. Francesco Alfano presule di Sorrento- Castellammare di Stabia, la prima edizione della mostra archeologica “Stabiae svelata, dalle celebrazioni per il 250° degli scavi borbonici alle ultime scoperte” organizzata a Castellammare di Stabia all’interno della razionalista struttura del Multisala “Montil” – in Via Bonito, 10 - di Donato Montillo, dal Comitato Scavi di Stabia del presidente Antonio Ferrara e dalla Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, chiuderà oggi 9 dicembre. “La mostra diventerà itinerante – ci dice Domenico Camardo di “Scavi di Stabia - stiamo pensando a location a Torino e Milano e comunque il tutto sarà chiuso da una giornata di studi, da tenersi a gennaio sempre a Castellammare di Stabia, su le “Coppe di ossidiana” ritrovate a Villa S. Marco, in un ambiente nei pressi dell’Atrio e recentemente  restaurate, dove sarà presentata la relazione che l’archeologa partenopea, Maria Vallifuoco, ha svolto sui reperti”. ”Questa mostra – ci dice il vescovo Alfano – rivela un patrimonio storico ed artistico importante ed interroga la Città ed anche la Chiesa sulle possibilità insite nel fare memoria. C’è bisogno di dialogo tra le varie essenze umane e religiose della comunità: in questo terreno di confronto la Chiesa ritrova la propria responsabilità e cerca, così, di fare la propria parte”. Ferrara ha accompagnato il presule per tutto il percorso della mostra ed Alfano ha ascoltato in silenzio e con molto interesse le risultanze derivanti dagli ultimi scavi di Varano. Alla fine del percorso allestito dall’arch. Maria Rosaria De Simone e che godeva delle didascalie esplicative dell’archeologa Maria Cristina Napolitano, il presidente del Comitato archeologico ha regalato a S.E. le copie dei testi editi dalla Eidos di Nicola Longobardi, “Stabiae, dai Borboni alle ultime scoperte (2000)”  e “La riscoperta di Stabia (2001)”. Poi lo stesso Ferrara ha svolto il consuntivo: “Siamo a più di 2000 visitatori e tra i molti cittadini, studenti ed appassionati intervenuti ci sono stati anche nomi importanti come il direttore de “Il quotidiano di Calabria” Matteo Cosenza”,  a testimonianza  anche di un interesse che ha travalicato la nostra zona. Vorrei ringraziare anche gli altri componenti il nostro comitato come Adele Tirelli e Pierpaolo Rossano che ognuno nei propri ambiti hanno partecipato per rendere riuscita l’iniziativa. Vorrei poi ricordare il nostro fondatore il prof. Libero D’Orsi, primo discopritore nel 1950 della celata Stabiae borbonica”.Vincenzo Aiello