Un esordio autentico per la storia, e per una lingua solida, quello della 47enne scrittrice partenopea Rosaria Iodice e per il suo “La donna lumaca (pagg. 192, euro 15; Lupo editore)”, un romanzo ambizioso che attraverso l'itinerario di emancipazione di Angela, figlia della guerra e di una famiglia ordinaria di Pozzuoli, racconta in realtà, tra macrostoria e microstoria, la Storia della trasformazione dell’Italia con un occhio da pari opportunità. Un padre partigiano partorisce una famiglia monoreddito con tre figli ed un donna devota, ma l’approdo a Napoli in una casa popolare dà modo alla nuova famiglia di trovare una nuova coscienza ed un nuova vita. Angela comincia a lavorare in una sartoria e conosce il primo principe pseudo-azzurro che la porta ad un aborto ed a trovare conforto nelle voglie di Teresa la responsabile delle lavoranti. Scopre – come molte donne in Italia – il movimento delle donne e si fa trascinare dalle prime lotte per l’autodeterminazione che porteranno alla legge sul divorzio. Stretta tra amore per Teresa e voglia di una normalità borghese si sposa con Vittorio che scoprirà schizofrenico e che le darà la responsabilità di essere madre con Roberta. La vita va avanti tra consapevolezze raggiunte, un divorzio, ma anche nella scoperta del nuovo carattere della figlia che cerca all’esterno della famiglia la propria identità. In forza delle richieste della figlia, le restituisce un padre: anche se senza volontà. Ma è la linea femminile la protagonista di questa storia che mette assieme intimità e vita pubblica scandendo cambiamenti minimi e comuni, senza dimenticare che “siamo noi l’ago con cui si realizza la tessitura della nostra vita”.Vincenzo Aiello
"L'amore è uno scoglio precario"
Un esordio autentico per la storia, e per una lingua solida, quello della 47enne scrittrice partenopea Rosaria Iodice e per il suo “La donna lumaca (pagg. 192, euro 15; Lupo editore)”, un romanzo ambizioso che attraverso l'itinerario di emancipazione di Angela, figlia della guerra e di una famiglia ordinaria di Pozzuoli, racconta in realtà, tra macrostoria e microstoria, la Storia della trasformazione dell’Italia con un occhio da pari opportunità. Un padre partigiano partorisce una famiglia monoreddito con tre figli ed un donna devota, ma l’approdo a Napoli in una casa popolare dà modo alla nuova famiglia di trovare una nuova coscienza ed un nuova vita. Angela comincia a lavorare in una sartoria e conosce il primo principe pseudo-azzurro che la porta ad un aborto ed a trovare conforto nelle voglie di Teresa la responsabile delle lavoranti. Scopre – come molte donne in Italia – il movimento delle donne e si fa trascinare dalle prime lotte per l’autodeterminazione che porteranno alla legge sul divorzio. Stretta tra amore per Teresa e voglia di una normalità borghese si sposa con Vittorio che scoprirà schizofrenico e che le darà la responsabilità di essere madre con Roberta. La vita va avanti tra consapevolezze raggiunte, un divorzio, ma anche nella scoperta del nuovo carattere della figlia che cerca all’esterno della famiglia la propria identità. In forza delle richieste della figlia, le restituisce un padre: anche se senza volontà. Ma è la linea femminile la protagonista di questa storia che mette assieme intimità e vita pubblica scandendo cambiamenti minimi e comuni, senza dimenticare che “siamo noi l’ago con cui si realizza la tessitura della nostra vita”.Vincenzo Aiello