Il Sole di Stagno

"L'uomo è il denaro (Alceo, lirico greco)"


 Era da tempo che mi ero messo in memoria hard che avrei dovuto vedermi Il contratto di Eduardo che è una di quelle commedie poco rappresentate, chissà perché… L’occasione l’ha data il Piccolo Bellini che negli ultimi giorni di ottobre fino al 1 novembre ha messo in cartellone questi tre atti scritti da Eduardo nel 1967 ed ambientati a Massalubrense in piena terra greca delle sirene. Claudio Di Palma ed il suo gruppo storico si sono dimostrati all’altezza, con gli allestimenti scenografici e con consumata arte attoriale, di questo teatrino di corte: con pochi mezzi e solo con il conforto di tanti attori interscambiabili nei ruoli hanno portato a termine l’intrapresa con una recitazione che ha retto senza farsi influenzare dagli streaming del Nostro che girano in Rete. L’importanza de Il contratto in una terra come quella partenopea dove la lingua e la musica la fanno da padrone è data a mio giudizio dall’essere un tassello universale di quella "lunga marcia del denaro" di Ceronetti di cui spesso parliamo. Geronta Sebezio è un benefattore che si staglia come una figura ieratica e cristologica nel panorama locale: i giornalisti lo assediano perché fa risuscitare i morti in forza di un contratto morale, che però statuisce solo con i puri di cuore. Dopo cinque giorni dalla dipartita del contraente positivo il G.S. appare sulla scena e – senza corrispettivo monetario - fa resuscitare il finto de cuius: almeno così sembrano suggerire i vari ex voto dei beneficati . Questo il primo atto. Il secondo narra proprio di un intervento concreto operato da G.S. per la morte di un facoltoso proprietario terriero, ex contadino e costruttore Gaetano di Monticchio. Già qui si avverte l’ambiguità del gioco soterico del Sebezio. Nel terzo atto il disvelamento dell’imbroglio giuridico-umano: G.S. si fa beffe di quella catena d’amore che unisce i viventi nei comuni interessi ed architetta la truffa con la complicità di ufficiali pubblici e con il sostegno determinante dei loschi figuri del presepio locale. In ultima analisi qui c’è un Eduardo che abbandona la sua Napoli del dopoguerra e in uno scenario falsamente localistico s’interroga su quello che noi tutti eravamo già diventati: attori di un postmoderno homo homini lupus in salsa spread. Un Eduardo quindi europeo ed odierno. Anticipatore di quell’ottusità degli animi che in questi tempi – post brothers Lehman – stiamo vivendo. Vincenzo Aiello    “Il contratto” conClaudio Di Palma, Anna Carla Broegg, Andrea de Goyzueta, Giovanni Del Monte, Francesca De Nicolais, Carmine Paternoster, Fabio Rossi. regia Pino Carbone. Produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro in collaborazione con l'Asilo ex asilo filangieri.it, Tourbillon Teatro e o.n.g. Teatri e con la XXXIV edizione Festival Benevento Città Spettacolo