Il Sole di Stagno

"La carezza materna di una giornata di aprile"


 Si sente la provenienza lirica - che ha caratterizzato la sua prima impronta pubblicistica - dell’autrice carottese, la 46enne Imma Pontecorvo, nel suo esordio narrativo “In un mare di emozioni (pagg. 111, euro 12; Schena edizioni)”. Già dai primi capoversi si avverte l’ambiente favolistico che caratterizza la storia di amicizia e di amore che è il fulcro della prosa: Ginevra è una ragazza con la testa piena di sogni ed il prestito di un temperamatite è l’espediente - in piena lezione universitaria alla Facoltà di Chimica - che le fa conoscere Stefano “una persona dai modi garbati e dai pensieri diversi”. Inizia una storia d’amore che poi confluisce con l’allargamento della conoscenza alle amiche Zahira ed Isabella in una posse amicale che affronta l’irta quotidianità in modo dolce. Sottesa – ma mai nominata – la Napoli dell’Università che viene vissuta su una panchina eletta a locus amicorum davanti ad un mare che miscidia emozioni, pensieri, sogni e soluzioni da trovare. La storia va avanti con il dispiegamento dei caratteri dei personaggi e dei loro fantasmi nati soprattutto nell’infanzia: Isabella che ne ha avuta una fatta di apparenze ed anafettività; Zahira che deve scontrarsi con un padre-padrone insensibile alla sua crescita responsabile. La Pontecorvo asseconda in un’atmosfera forse un po’ troppo sognante – come un vuoto pneumatico sospeso – le loro epifanie con un occhio all’amore e soprattutto alle capacità taumaturgiche dell’amicizia. La lingua è semplice perché figlia dei sogni: la realtà narrativa autentica che ne discende sembra un po’ troppo figlia di esperienze poco vissute e molto oniricamente introiettate. Ma tant’è questi sono i tempi che viviamo ed un po’ di favola può darci sostentamento in una realtà sempre più figlia dell’orrore e del libero commercio internazionale.Vincenzo Aiello