Il Sole di Stagno

"Il Pil della Compassione"


 Si respira l’aria buona di una fede autentica in questo “Chiamatemi Francesco” il nuovo film di Daniele Luchetti che narra della vita di Jorge Bergoglio, un ragazzo di Buenos Aires con simpatie peroniste ed amante del ballo, che ad un certo punto decide di entrare nella Compagnia di Gesù abbandonando le promesse di amore di una ragazza. Il film si apre con  il Cardinale Jorge Bergoglio (Sergio Hernandez) che giunge a Roma per quello che sarà il Conclave del dopo Benedetto sedicesimo. Il prelato su una terrazza a Santa Marta ricorda la sua vita partendo da un ricordo familiare e snocciola la sua esistenza iniziando dall’insegnamento di sua madre che gli dice di seguire le persone che ama. In quasi tutto il film il Bergoglio pre Conclave ha la faccia simpatica di Rodrigo de la Serna che ci ricorda un giovane Bruno Cremer. Il giovane guerriero di Gesù non parte come missionario in Giappone ma diventa Provinciale del suo ordine ed in piena dittatura è vicino alla sua gente soprattutto nel momento dell’incognita desaparecidos di Videla, salvando molti argentini. Negli anni successivi – seconda conversione – lo ritroviamo a Cordoba vicino ad un popolo periferico e quest'attività pastorale gli vale la nomina a vescovo ausiliario, su queste tematiche scottanti, ed è di nuovo a Buenos Aires. Qui armato solo dei santini de la Madonna dei nodi è vicino alla gente senza casa. Luchetti dà un’immagine di Bergoglio come pastore che ha il carisma del contatto simpatico con il popolo di qualsiasi estrazione sociale. Quel ministro con il sorriso diventerà Francesco, il Papa di tutti, ma non del denaro.Vincenzo Aiello