Il Sole di Stagno

"C'è un filo per altri spiriti"


Sono cinquantasette le stanze narrative che compongono questa nuova prova poetica di Antonio Spagnuolo, “Fratture da comporre (pagg. 81, euro 10; Kairòs edizioni)” che è legata alla passione amorosa e che ha il sapore di un canto finale. Un lento ed armonioso rimpianto smaschera le immagini di una segreta malinconia frutto dell’autunno dell’amore-possesso. Non più voglia di inguini segreti, ma declinazioni di amarezze e di buio. Tutto è fuori sincrono: le giunture, i sussulti delle schiene, la circolazione sanguigna, come il doppio che scaturisce dai sogni. E’ tempo allora di morte, di bere vino che annulli saggezza e giovinezza? O solo in questo autunno della vita la tenerezza fragile può impedire che marcisca la speranza? Qui la poesia interviene a comporre fratture come un ortopedico, che mentre mette a regime subito un osso, già pensa alla fase più vicina alla vita: quella della riabilitazione.  Ma è “caduto il tempo delle meraviglie / il tempo in cui della fantasia cedesti, ogni sorriso, cercando disperatamente un’immagine tra palazzi ed il fondo dell’arcobaleno”. E' tempo allora “che io raggiunga altri spiriti / per raccontare quelle meraviglie di presagi / che nessuno comprende, quasi fantasia di un filo confuso, solo perché un attimo sospenda la delusione”. Ma forse per supporre ancora un verso, un segno, una parola, bisognerà ancora operare fratture da comporre come “le mie ultime promesse, da conservare negli spazi di un’unghia / e chiudere nell’infinito sospetto della solitudine”.Vincenzo Aiello