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messaggio dai compagni di Sel

Post n°4 pubblicato il 07 Febbraio 2013 da barrocu.salvatore
 

FEDERAZIONE PROVINCIALE DI SASSARI

 

L’Assemblea Federale di Sinistra Ecologia e Libertà della provincia di Sassari prende atto, con crescente preoccupazione, che, proprio in coincidenza con la campagna elettorale, molti compagni e molti settori del partito denunciano, in numerose parti del Paese, metodi di gestione scarsamente democratici e non corrispondenti agli obiettivi politici che SEL afferma di voler perseguire.

L’Assemblea, peraltro, prende atto dello stato di grave disagio lamentato da alcune organizzazioni del Partito in Sardegna, tanto che vi sono compagni che lo hanno abbandonato o si accingono a farlo, mentre intere Federazioni protestano, a causa di una conduzione non democratica da parte del gruppo dirigente regionale.

La Federazione di Sassari da tempo chiede, nelle non numerose occasioni regionali d’incontro, che vengano cambiati i metodi nella conduzione del partito, e, in primo luogo, che i contenuti della politica del partito in Sardegna, invero assai poveri, non vengano autarchicamente decisi, come ora accade, dal gruppo consiliare regionale, che in ciò, come nel resto, fa il buono e il cattivo tempo, ma dalla discussione tra tutti i compagni e all’interno degli organi dirigenti che ne dovrebbero portare la responsabilità. Ciò anche al fine di evitare penosi scivoloni, che hanno portato il gruppo consiliare regionale a isolarsi dal resto della sinistra e a votare provvedimenti che sono stati approvati con l’apporto determinante del centro destra.

Proprio perché ha assunto tali posizioni, la Federazione di Sassari è stata da tempo iscritta nella lista nera concepita dal gruppo dirigente regionale, per cui essa, non solo non è stata mai aiutata a superare le proprie numerose difficoltà, ma è stata osteggiata in ogni modo, a partire dal diniego di utilizzare in suo favore una parte, sia pur minima, delle risorse disponibili, che sono state invece impiegate, generosamente, per retribuire – senza che ciò sia mai stato deciso da alcun organo di partito – ben individuati compagni dirigenti.

 

Ma è stato fatto di più e di più grave. Infatti, il gruppo dirigente regionale ha svolto, nel territorio della Federazione, un’assidua azione di “frazionismo di maggioranza”, tentando di coltivare gruppi di compagni che avrebbero potuto godere della protezione regionale, se si fossero validamente contrapposti agli organi della Federazione, scaturiti dal Congresso, ponendo così le basi, forse, per acquisire consensi da chi domani dovrebbe veder soddisfatte le proprie richieste, ma certamente per determinare lacerazioni e divisioni difficilmente sanabili dentro il partito.

Alcuni di questi tentativi non sono andati a buon fine, ma hanno lasciato il segno e, soprattutto, non hanno scoraggiato i dirigenti regionali, i quali, ogniqualvolta se ne presenti l’opportunità, li reiterano instancabilmente, individuando dei nemici da distruggere nei compagni che, nonostante tutto, lavorano per la Federazione.

Non altrimenti si potrebbe spiegare il comportamento adottato in occasione delle imminenti elezioni politiche. Dopo che la Federazione, facendo proprio un documento fortemente e motivatamente critico circa le numerose irregolarità che hanno caratterizzato le primarie in Sardegna, ha ribadito le critiche al gruppo dirigente regionale, questo ha pensato bene di ignorare del tutto la Federazione, mettendola in condizioni di non poter fare la campagna elettorale.

Solo per fare alcuni esempi, basti pensare che alla Federazione non sono state trasmesse le liste elettorali e i relativi moduli per la raccolta delle firme, che con essa non è stata concordata alcuna iniziativa, che non è stata nemmeno avvertita che si sarebbe tenuta in città una conferenza stampa per la presentazione delle liste. Ora si apprende che il materiale di propaganda per le elezioni sarà trasmesso al coordinatore di un circolo cittadino, evidentemente classificato tra i fedeli, e non alla Federazione, ritenuta infedele. Si dovrà ammettere che, qualunque sia lo stato dei rapporti tra organi di partito, un comportamento del genere (più simile a quello di ragazzini che si ritengono “in discordia” con altri, piuttosto che a persone che fanno politica) è smaccatamente irregolare sul piano delle norme interne e suicida sul piano politico.

Ma è necessario riferirsi alla formazione delle liste. Com’è noto, la Federazione di Sassari ha sostenuto che sarebbe stato opportuno, ai fini dell’esito elettorale, che il territorio di Sassari fosse rappresentato da un candidato forte, collocato in posizione utile ai fini dell’elezione. La Federazione ha anche avanzato, per la candidatura, il nome di una donna di prestigio, Antonietta Mazzette, ben nota in tutta la Sardegna, che avrebbe rafforzato le liste, avrebbe certamente contribuito a migliorare il loro risultato, avrebbe attenuato l’impressione che le posizioni utili ai fini dell’elezione fossero occupate da uomini d’apparato. Come si sa, tutto ciò è stato rifiutato (vedremo fra breve con quali esiti), proprio perché l’obiettivo era giusto quello di riservare le posizioni utili all’apparato e al ristretto circolo di amici che in questi anni ha fatto di tutto per acquisire e mantenere il controllo del partito.

Quando poi sono state completate le liste, la Federazione di Sassari ha dovuto costatare che propri iscritti erano stati scelti come candidati, senza che nessuno ne avesse mai parlato con essa, non avendo neanche essi candidati sentito il bisogno di parlarne.

Si dovrà ammettere, che un tale modo di procedere non può essere interpretato che come ostile, oltre che del tutto sconsiderato.

Così non resta che ribadire che la Federazione di Sassari, evidentemente considerata dal gruppo dirigente regionale del tutto inutile in questa competizione elettorale, non ha candidati da essa espressi, che il territorio di Sassari non è rappresentato come avrebbe potuto e dovuto essere, che tutto ciò rende molto difficile la campagna elettorale, anche in considerazione del fatto che alcuni dei candidati ricompresi nelle liste hanno assunto, in varie occasioni, posizioni politiche antitetiche a quelle espresse dalla Federazione e dalla sinistra politica e sindacale in genere.

Sarebbe stato opportuno evitare che si creassero situazioni di tal genere, sarebbe stato opportuno considerare il partito non una cosa propria e al servizio delle mire di qualcuno, perché questa è l’origine di molti dei gravi mali che allontanano la politica dai cittadini.

Nonostante tutto, la Federazione di Sassari non rinuncerà comunque a fare, per quanto potrà, campagna elettorale sulle posizioni politiche che da sempre ha espresso, sperando che le miopi mire dell’egoismo personale non siano già riuscite a corrompere un progetto di rilancio e di unità della sinistra per il quale molti compagni non avevano esitato a mettersi al lavoro.

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Commenti al Post:
pasqualefedele1947
pasqualefedele1947 il 21/02/13 alle 14:32 via WEB
Andate a cagare comunisti di m.......
 
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