Il Mondo di Virginia

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Non ho mai creduto a ciò a cui non potevo vedere, non ho mai aperto il mio cuore ad ogni possibilità…e invece ultimamente mi sento proprio così…aperta alle cose della vita, aperta a ciò che mai avevo considerato, eppure mi rimane una punta di rammarico. A volte è meglio non vedere, non desiderare, non desiderarti, né desiderare la tua sciocca e inutile approvazione, il tuo abbraccio caldo, a volte le tue coccole…e così ora tengo in considerazione anche ciò che non vorrei. Non è che io non lo desideri, ma non voglio desiderare queste strane emozioni…eppure le cerco in ogni istante. Ho così voglia di proteggerti, di avere cura di te, e tanto, tanto bisogno di sentirmi protetta…ma di me stessa non m’importa molto. Oh, no…non mi importa affatto. Mi piace giocare, e giocare, e giocare ancora con me stessa. Mi piace mettermi alla prova. Eppure ho paura di bruciarmi in questo strano momento. Vorrei iniziare a scrivere, scrivere, scrivere ancora di noi, di te. Dei tuoi occhi, delle tue paure così infantili e così profonde, così attraenti…della mia voglia di contenere la tua anima tra le mie braccia, e di risolvere questo groviglio nello stomaco quando penso che tu possa essere nei pericoli della vita, o che tu possa semplicemente andare…non che io ti fermerei, di questo sono quasi certa. Ti lascerei andare come già ho fatto altre volte da quando ti conosco…e mi porterei dentro il mio dolore, che mi ricorda di te in ogni momento. Perché, pensa quel che vuoi, ma torni sempre da me. Tornerai sempre, e sempre sei tornato a chiedere le mie cure, le mie attenzioni, il mio dirti che sì, hai ragione, e il mio dirti questo con estrema sincerità, perché vorrei distruggere qualsiasi tua sofferenza, ed eliminare le cose o le persone che ti fanno deliberatamente male, solo per gioco, o per semplice sbadataggine. E poi ci sono le mie, di paure. Ne ho a milioni, perché se penso anche solo lontanamente di deluderti mi prende male, perché se dovessi sbagliare…ecco non riesco già più a pensarci, da tanta stretta al cuore. E il tuo carattere così forte ma così fragile, mi lascia spaesata, un po’ confusa, a volte arrabbiata, soprattutto con me stessa, per dare così importanza a cose che forse per te sono solo un modo di essere. E poi a te piace vedere una sola me. Una persona determinata, grintosa, forte, di una forza che spesso so di non avere e che viene fuori solo quando penso che se fossi debole potrei darti un dispiacere. E poi sorrido dei tuoi momenti in cui tiri fuori la tua esuberanza, e di quando adori quello che fai e tutto il resto perde consistenza, come se non esistesse affatto, o fosse del tutto privo di sostanza; ne soffro un po’, quando improvvisamente ti allontani, lasciandomi fuori dal tuo mondo, quando non includi il mio mondo nel tuo, perché sono profondamente convinta che i nostri due mondi siano una cosa sola. In questo momento sono certa di due uniche cose: io grazie a te riesco a percepire l’infinito, e se dovessi perderti ne morirei. E tu non sai nessuna di queste cose. E, forse, è meglio così.