Riflessioni

SCRITTURA DIGITALE 1° Parte


Io credo che l’atto dello scrivere, accomuni molti dei componenti di questa community, credo che ognuno di essi, come me, avverta il bisogno, senta la necessità di scrivere, lasciando traccia del proprio pensiero, cristallizzando le proprie emozioni. Di trasmettere, attraverso la scrittura, le proprie opinioni, di condividere con chi legge i propri stati d’animo. Direi che è quasi un esigenza mentale, spirituale la nostra, un esigenza che accompagna l’uomo dai tempi più remotiIn questa virtualità però, molti termini tanto cari alla scrittura non si possono utilizzare, non si può dire sono stati versati litri d’inchiostro, perché i nostri post, per quanto numerosi, per quanto ricchi di parole arzigogolate, non contengono neanche una goccia del suddetto liquido, in quanto sono composti da singoli bit che si riducono ad una successione di quegli uno e zero che compongono lo sterile sistema binario, che nonostante la sua apparente sterilità da vita a tutto quello che ci circonda in questa virtualità.Non possiamo neanche dire abbiamo scritto pagine su pagine, in quanto i nostri post non risiedono su nessun foglio, che a loro volta non sono racchiusi in nessun raccoglitore, perché essi non occupano alcuno spazio fisico, sono immateriali, e come tali non possono essere sfogliati, non possono essere letti o visualizzati senza l’ausilio di un computer, di un tablet, di uno smartphone, o di qualsiasi altro tipo di diavoleria in grado di connettersi a internet. A ben pensarci senza la rete, noi stessi, i nostri nick non esisterebbero, la nostra esistenza virtuale scomparirebbe all’istante senza lasciare alcuna traccia e la morte, per quanto virtuale, fa sempre un certo effetto.Mentre i nostri antenati incidevano sulla pietra prima, poi successivamente su tavolette d’argilla, su pergamene, papiri e carta il loro pensiero, i loro messaggi, tramandandoci la loro cultura, che attraversando i secoli è arrivata intatta fino a noi, noi affidiamo alla virtualità,  a questo mezzo etereo, inconsistente i nostri scritti, in cui cerchiamo di infondere il nostro essere, alla ricerca forse di quell’immortalità a cui aneliamo da sempre ma che non riusciamo a raggiungere o più semplicemente per far sentire al mondo la nostra esistenza, le nostre idee, per appagare il bisogno di apparire, di esternare ciò che prepotentemente ci pulsa dentro.   Del resto siamo nell’era della scrittura digitale che sicuramente avrà mille vantaggi ma allo stesso tempo io credo che questo sia il mezzo più fugace, più precario e incerto se il nostro fine è quello di tramandare nel tempo il nostro pensiero, per fare in modo che esso ci sopravviva, raggiungendo generazioni e civiltà molto lontane dalla nostra, ma in fondo noi siamo solo dei blogger e non nutriamo di certo queste ambizioni, siamo perfettamente in sintonia con questi tempi, in cui si legge e ci si dimentica quasi contemporaneamente di ciò che si è letto, in sintonia con la filosofia del mordi e fuggi, del vivi l’attimo senza pensare al domani. Se vi riconoscete in tutto questo, allora questo è il vostro mondo, il vostro tempo, la vostra realtà ideale. Continua >>>