Riflessioni

CORONAVIRUS


Certo hanno vietato tutti gli assembramenti per le attività ludiche o di svago perché esse non intaccano il tessuto economico del Paese, ma è innegabile che sono a rischio anche le aziende,  i supermercati i ristoranti, ecc. detto questo non bisogna essere geni per capire che l’interesse non è tanto nel salvaguardare la salute del popolo italiano, quanto la salute economica del Paese. La cosa certa è che anche noi cittadini, stiamo gestendo la situazione nel peggior modo possibile, da una parte la psicosi di massa che porta a saccheggiare i supermercati, con scene mai viste neanche nei peggiori film apocalittici, tanto che chi va a fare la spesa normalmente non trova più nulla, molti quindi anche se sopravvivessero al virus rischierebbero per assurdo di morire di fame. Senza contare quelli che hanno fatto scorte industriali di mascherine e disinfettanti, tanto che il prezzo dell’Amuchina è tendenzialmente al rialzo neanche si trattasse di un titolo quotato in borsa e le mascherine hanno ormai raggiunto prezzi esorbitanti neanche fossero firmate da Armani. Ci sono poi quelli che per forma mentis se c’è una regola devono infrangerla, per illudersi così di essere fuori dal branco, non rendendosi conto che sono solo all’interno di un altro branco, non rispettando quanto il decreto minesteriale prevede. Tutto questo sarebbe ridicolo se nel momento in cui scrivo il coronavirus non avesse già fatto 7 vittime in Italia, va bene, dirà qualcuno: “ma si tratta prevalentemente di persone anziane, che avevano già patologie pregresse”, ma certo e allora è giusto che crepino per non pesare sul servizio sanitario nazionale e per risollevare i conti dell’INPS? Io credo che ognuno di noi dovrebbe iniziare ad usare il buon senso, a non eccedere ne in un senso ne nell’altro, visto che non si può fermare l’economia del Paese, almeno evitiamo l’evitabile, tentiamo almeno per quanto possibile di evitare quelle situazioni con cui si potrebbe agevolare il contagio, tentiamo di rallentarlo almeno per non intasare le strutture sanitarie, per non sovraccaricare di lavoro il personale sanitario. Cerchiamo, una volta tanto di non pensare solo a noi stessi ma anche agli altri, a quegli altri che rischiano la vita anche nel caso contraggano una polmonite o una bronchite, figuriamoci il coronavirus.