Riflessioni

SI MES NO MES


  Sì MES, no MES, questo il dilemma che ci tormenta ormai da settimane, oltre ad  un virus che ci costringe a restare reclusi in casa. Il MES fa paura a molti, ci fa paura anche se l’U.E. ci rassicura che non ci sono più vincoli, che non è più un accordo capestro come era stato originariamente concepito. Ci fa paura perché temiamo che i vincoli non ci sono ora ma che potrebbero imporceli domani, una volta passata questa emergenza o ci fa paura perché pensiamo che non è vero che i  vincoli non ci sono, sono solo stati ben nascosti e ci verranno svelati quando sarà troppo tardi per tirarci indietro. Comunque sia, la diatriba sul MES è emblematica perché ci fa capire al di la di ogni ragionevole dubbio che non ci fidiamo di questa U.E. avranno un bel da fare gli europeisti a convincerci del contrario, ma la realtà è che a noi non fa paura il MES, a noi fa paura questa unione europea così com’è concepita oggi. Noi guardiamo all’U.E. con la stessa diffidenza con cui si guarda un usuraio che fino a ieri ci ha prestato soldi a strozzo, mettendo sempre più in profondità le mani nelle nostre tasche e nella nostra politica economica e che oggi ci propone un prestito a tasso agevolato senza ipotecarti nulla. Non ci fidiamo dell’U.E. neanche in questo momento in cui abbiamo un disperato bisogno del suo aiuto per rialzarci, perché temiamo che la mano che oggi sembra tenderci domani potrebbe tramutarsi in un piede che ci schiaccia, che ci opprime, costringendoci a restare sudditi di un comunità che non ci riconosce come suoi membri.