Riflessioni

IL FASCISMO E' FINITO MA LA DITTATURA CONTINUA


 E’ vero, solo qualche giorno fa si è festeggiato il 25 Aprile, festa della liberazione dalla dittatura fascista, festa della libertà, la cui celebrazione è giusta e doverosa, un monito a non dimenticare, ma è innegabile che in Italia vige ancora una dittatura, una dittatura ancora più pericolosa perché mascherata da una falsa democrazia che si autoproclama baluardo di un altrettanto falsata libertà. È vero, a differenza di allora c’è libertà di stampa, le informazioni circolano libere, peccato che il più delle volte le verità che i mezzi di informazione ci riportano quando va bene sono tendenziose, di parte, e quando va male sono completamente inventate, costruite appositamente per soffocare, distorcere certe verità, per pilotare, condizionare i nostri pensieri e con essi i nostri comportamenti, le nostre scelte. È vero, oggi ognuno può esprimere liberamente il suo pensiero, ma in quanti possono essere veramente sicuri che ciò che pensano sia frutto del loro intelletto e non la diretta conseguenza di quanto detto sopra? Quanto la disinformazione di massa operata dai media influenza il nostro modo di pensare èdifficile dirlo, perché lo fa a livello inconscio, ed è proprio questo che rappresenta, a mio avviso, la peggiore forma di censura, perché ci fa credere di essere dei liberi pensatori, mentre siamo ingabbiati in un sistema che ci bombarda continuamente di stimoli subliminali e non che ci condizionano profondamente, che bloccano i nostri pensieri sul nascere mentre ce ne inculcano altri a noi altrimenti estranei. È vero, il regime fascista è stato sconfitto, ma ancora oggi l’Italia è succube e schiava di un regime che si chiama U.E. in cui campeggia, guarda caso, proprio la Germania, un regime che al di la delle belle parole, dettate dalla politica, con i fatti ci vuole sudditi e non alleati e a cui noi guardiamo con lo stesso disprezzo e timore con cui il debitore guarda il suo strozzino. La verità è che in questo modo hanno imprigionato le nostre menti facendoci credere che la prigione in cui esse sono rinchiuse si chiami libertà e ci siamo illusi di esseri uomini liberi.