Ci troviamo in quel particolare periodo in cui un anno sta per finire, mentre un altro si affaccia all’orizzonte, tempo di bilanci, di riflessioni, di buoni propositi, di progetti e considerazioni. Certo è che l’anno che si appresta alla fine, è stato un anno strano, difficile, di sofferenza e di privazioni. Un anno che ha lasciato e lascerà in noi ferite profonde, ce lo ricorderemo come l’anno del distanziamento sociale, delle mascherine, degli abbracci mancati, delle serrande abbassate, un anno che ci ha costretti a dire addio a persone a noi care, che ci ha stravolto la vita, che ci ha fatto cambiare abitudini e non per colpa dei DPCM, che non sono causa ma conseguenza di ciò che si è dovuto fare per tentare di contrastare il diffondersi di un virus chiamato COVID-19.Per il nuovo anno, non nutro ambizioni ma solo grandi speranze, che spero non vengano disattese. Speranza che esso ci riporti gradualmente alla normalità, a quella normalità che prima ci appariva scontata, ovvia e verso cui invece ora aspiriamo come a un dono prezioso. Speranza che questo nostro Paese, l’Italia e il mondo intero trovino la forza per non soccombere alla crisi economica e il coraggio per rimboccarsi le maniche e ricostruire quello che è stato compromesso. Spero che ogni essere umano facendo tesoro di quanto ha dovuto subire, guardi con occhi nuovi il suo prossimo, riuscendo finalmente a comprendere che ognuno di noi non è altro che il riflesso degli altri e della società che in noi si riflette.